Sabato, proprio alla vigilia della chiusura delle sale cinematografiche, si è conclusa a Torino la 35° edizione del Lovers Film Festival. Ne abbiamo parlato con la direttrice Vladimir Luxuria e con Giziana Vetrano, coordinatrice del Torino Pride, che quest’anno ha istituito un nuovo premio in seno al Festival.
Vladimir ci fai un bilancio di questo Lovers?
È stata un’esperienza faticosa ma molto gratificante. Tutta la squadra ed io abbiamo resistito nonostante le difficoltà e siamo riusciti a portare in porto quest’edizione meritandoci una medaglia culturale alla resistenza culturale. Ringrazio chi ha potuto ma anche chi non ha potuto esserci viste le difficili condizioni sanitarie. Purtroppo la cerimonia di chiusura è stata velata da un senso di tristezza e frustrazione perché, un po’ come Cenerentola, a mezzanotte sapevo di aver la responsabilità simbolica di far calare il sipario delle sale cinematografiche e teatrali di Torino.
Il momento più bello?
I momenti belli sono stati molti. Ma forse il più bello in assoluto è “quando mi hanno fatto il mazzo” ossia quando mi è stato consegnato un bellissimo fascio di rose rainbow perché ho sentito tutto l’affetto della sala. Ma sono stati momenti intensi anche le conversazioni con Luca Tommassini e Alessandro Zan e il collegamento in remoto con Achille Lauro.
Quando e come sarà il Lovers 2021?
Spero che il Lovers 2021 sia la primavera della nostra rinascita. Vorrei tornare a fare una versione normale – e al contempo speciale – del nostro festival. Senza restrizioni e con film emozionanti. Di sicuro mi piace la squadra con cui ho lavorato che rimarrà la stessa. L’appuntamento è fra aprile e maggio 2021.
Giziana, come nasce il premio Torino Pride a Lovers?
Il premio Torino Pride nasce dal senso di gratitudine che la comunità Lgbtqi+ nutre nei confronti di questo festival e verso i suoi fondatori, Giovanni Minerba e Ottavio Mai. Il coordinamento ha voluto restituire al festival l’importanza che ha avuto negli anni per le persone che si scoprivano e affrontavano per la prima volta la loro identità e il loro orientamento sessuale, trovando una casa accogliente e storie in cui identificarsi e riconoscersi, sancendo quello che è il legame indissolubile e importante tra il cinema e il fare cultura.
È abbinato a un’iniziativa con gli atenei di Torino. Di cosa si tratta?
Parallelamente in collaborazione con gli atenei di Torino abbiamo deciso di premiare due tesi di laurea per l’anno 2020/21 che tratteranno la tematica a noi cara dell’attivismo e dell’autodeterminazione. Una per Ingegneria del Cinema e l’altra per il Dams.
Sabato, durante la serata conclusiva del festival tutta la platea ha alzati i cartelli “Non un passo indietro”, perché?
Nella serata conclusiva del Lovers sapevamo sarebbe stato presente Alessandro Zan, primo firmatario e relatore della proposta di legge contro l’omobilesbotransfobia e misoginia che porta il suo nome, abbiamo voluto fargli sentire il nostro sostegno e ribadire al contempo che il coordinamento così come le altre realtà associative del paese, non accetterà nessun passo indietro sul disegno di legge che andrà in discussione. Non vogliamo giochi di partito, non accetteremo che si speculi sulla nostra pelle, che si vada al ribasso per rendere digeribile la legge alle forze più oltranziste. La legge la vogliamo così com’è senza essere stravolta da cieche ideologie. Siamo consapevoli che con il voto segreto il pericolo è che perda pezzi importanti e venga svuotata nella sua efficacia, noi siamo vigili e non faremo un passo indietro. La platea del festival ci è sembrata una buona occasione per far sentire la nostra voce.