Esiti favorevoli oggi pomeriggio per le prime votazioni del ddl Zan in Aula della Camera. Con 254 voti contrari e 201 favorevoli, a scrutinio segreto, sono state respinte le due questioni pregiudiziali di costituzionalità, presentate da Fdi e Lega e appoggiate da una parte di Forza Italia.
Subito dopo il relatore Zan twittava: «La Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità a voto segreto con cui Lega e Fratelli d’Italia speravano di affossare la legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo. Ora avanti con l’esame per approvare al più presto una legge di civiltà».
La #Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità a voto segreto con cui Lega e Fratelli d’Italia speravano di affossare la legge contro #omotransfobia, #misoginia e #abilismo. Ora avanti con l’esame per approvare al più presto una legge di civiltà ✌??️?
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) October 27, 2020
A fargli eco, tra i tanti, Laura Boldrini (Pd) e Nicola Fratoianni (Leu).
Prima prova, superata!
La #Camera respinge, con voto segreto, le pregiudiziali di costituzionalità dell’opposizione. Procediamo ora all’esame della legge contro #omotransfobia e #misoginia.
Ogni persona deve amare chi vuole, senza nascondersi e in sicurezza.
Avanti!
— laura boldrini (@lauraboldrini) October 27, 2020
Poco fa la #Camera ha respinto a voto segreto le questioni pregiudiziali della destra sul #ddlZan. Una buona notizia e un buon auspicio per il seguito dei lavori
— nicola fratoianni (@NFratoianni) October 27, 2020
Di particolare rilievo l’intervento del dem Stefano Ceccanti, vicepresidente del Comitato per la Legislazione e componente della Commissione Affari costituzionali, che dopo il voto ha dichiarato in Aula: «Le pregiudiziali dei gruppi di opposizione sono state giustamente bocciate ad ampia maggioranza a voto segreto. Esse trasformavano in certezze negative alcune preoccupazioni presenti nei pareri del Comitato per la Legislazione e della Commissione Affari costituzionali, ma che poi hanno avuto puntuale risposta negli emendamenti della maggioranza che ha fatto un serio lavoro. In particolare è stato inserito il concetto di ‘concreto pericolo‘ del compimento di atti discriminatori o violenti.
Il concreto pericolo non è un concetto generico. È un concetto che viene da lontano. Lo ha ben chiarito con una metafora il giudice Oliver Wendell Holmes, nella sentenza Schenck versus Stati Uniti nel lontano 1919. Scrive il giudice: la protezione più rigorosa della libertà di parola non proteggerebbe un uomo che gridasse falsamente al fuoco in un teatro causando un panico. È per queste ragioni che le pregiudiziali meritavano di essere bocciate. Confrontiamoci ora puntualmente nel merito».
È stato poi approvato con 249 sì e 189 no l’emendamento premissivo all’articolo 1 che, a prima firma Lucia Annibali (Italia Viva), reca le definizioni – secondo quanto richiesto dal Comitato per la Legislazione e dalla Commissione Affari costituzionali – di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. A votare a favore anche la forzista Giusi Bartolozzi in dissenso col suo gruppo.
Infine, con 240 voti contrari e 200 favorevoli, la Camera ha respinto, a scrutinio segreto, un emendamento premissivo della Lega all’articolo 1 sulla libertà d’opinione, sulla base del quale era previsto che non costituisce atto di discriminazione la libera espressione di pensiero o di convincimenti relativi all’orientamento sessuale.
L’esame degli emendamenti e le votazioni del ddl contro omotransfobia e misoginia riprenderanno domattina dopo le 9.30.