Nello scorso giugno Gaynews aveva raccolto la reazione di Antonello Sannino, segretario di Antinoo Arcigay Napoli, vittima di un’aggressione verbale via social da parte di un fotoreporter campano. Questi, contestando a Sannino l’uso improprio di una sua foto (circostanza risalente al 2014), l’aveva reiteratamente apostrofato con espressioni omofobiche durante una telefonata trasmessa in diretta dal suo account Facebook, senza aver avvertito l’attivista del carattere pubblico della conversazione.
Il fotoreporter aveva più volte affermato che Sannino «fa il frocio con il culo degli altri» oltre a numerose battute insultanti con riferimento all’essere omosessuale. Il segretario di Antinoo Arcigay Napoli, in quell’occasione, aveva annunciato che avrebbe denunciato l’accaduto all’Ordine dei giornalisti della Campania. E il Consiglio di disciplina dell’Odg regionale, constatando la fondatezza delle accuse relative al mancato rispetto delle norme della deontologia professionale, ha sospeso, alcuni giorni fa, il fotoreporter per tre mesi.
Raggiunto telefonicamente da Gaynews, Sannino ha dichiarato: «La sospensione di questo fotoreporter è un segnale importante e per questo ringrazio Ottavio Lucarelli, Titti Improta e tutto l’Ordine dei giornalisti della Campania, per aver con determinazione e con solerzia condannato da subito l’atteggiamento e per aver chiesto l’intervento immediato del consiglio di disciplina.
La lotta alle discriminazioni di genere e all’omotransfobia passa per segnali come questo, perché danno un messaggio preciso di condanna che, facendo crescere il livello di fiducia nelle istituzioni, aiuta a denunciare. Tanti purtroppo subiscono violenza, soprusi e offese quotidiane, ma non sempre denunciano, proprio per sfiducia e per paura».
Infine, conclude Sannino, «questo fotoreporter da anni agisce sul territorio con una modalità volgare, aggressiva e violenta, che non ha nulla a che fare con il giornalismo autentico e che lede di contro profondamente la dignità della professione e dei suoi colleghi. La libertà di espressione e di stampa è un valore sacrosanto nella nostra democrazia, ma bisogna sempre partire dal rispetto dell’altro e della persona umana: l’abuso della professione di giornalista per offendere e discriminare è intollerabile e per fortuna oggi arriva una condanna esemplare».