Un discorso improntato all’unità, al dialogo, alla riconciliazione quello pronunciato ieri da Joe Biden nella sua Wilmington per festeggiare l’elezione a 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Non solo l’invito ad abbandonare la «dura retorica» e ad «abbassare i toni» ponendo fine a una valutazione dannosa per cui si trattano «i nostri oppositori come nemici». Ma, soprattutto, la premessa di base, che ha fatto da fil rouge all’intero discorso: «Ho corso come democratico ma sarò il presidente di tutti. Un presidente che non cerca di dividere ma di unire. Non ci sono Stati rossi e Stati blu ma gli Stati uniti d’America».
E poi l’appello a lavorare tutti insieme, «democratici, repubblicani, indipendenti, progressisti, moderati, conservatori, giovani e vecchi, cittadini metropolitani e delle aree rurali o suburbane, gay, eterosessuali e transgender, bianchi, latinos, asiatici, nativi americani» con parole di particolare attenzione per le persone afroamericane, da cui ha avuto il maggiore sostegno in campagna elettorale e alle urne.
Nell’enumerare le priorità del suo governo Biden ha parlato di lotta al Covid-19, di rilancio dell’economia, di sanità accessibile a tutti, del rientro degli Usa nell’Accordo di Parigi sul clima, di lotta al razzismo.
Tanti i ringraziamenti a partire da quelli per la moglie Jill, la loro figlia Ashley, i figli Hunter e Beau (morto di cancro il 30 maggio 2015) e tutti i nipoti con le rispettive famiglie. E, soprattutto, a Kamala Harris, «che sta facendo la storia come prima donna vice» e a suo marito Doug.
Declinato principalmente al femminile l’appassionato discorso di Kamala Harris, vestita completamente di bianco forse in omaggio alle suffragette, di cui ha espressamente ricordato la battaglia per il voto alle donne e sulle cui «spalle» – metafora che, mutatis mutandis, sembra ricordare vagamente quella di Bernardo di Chartres in riferimento ai classici – è arrivata alla vicepresidenza degli Usa. Ancora un riferimento a parti del corpo umano – Seneca e Paolo hanno segnato più di quel che si pensi la cultura occidentale – quando ha ringraziato le donne nere che «sono la spina dorsale della nostra democrazia».
E, ovviamente, un pensiero affettuosamente grato a Biden: «Joe ha avuto l’audacia di rompere una delle maggiori barriere nel nostro Paese. Ma, se sarò la prima donna in questo incarico, non sarà l’ultima».