Giovedì è stato un momento storico per i diritti delle persone Lgbtiq in Europa. La Ue ha lanciato, per la prima volta nella sua storia, una Strategia Lgbtiq quinquennale (2020-2025) che avrà questi obiettivi principali: contrasto alla discriminazione verso le persone Lgbtiq e loro protezione, costruzione di una società inclusiva e perorazione attiva della richiesta di uguaglianza per tutto il mondo. Ma la notizia migliore è che le lesbiche non sono in secondo piano.
In Europa, nel 2019, secondo la ricerca dell’Agenzia Europea per i Diritti fondamentali (Fra), il 57% delle lesbiche ha subito molestie, violenza e discriminazione. Ora, per la prima volta, la nuova strategia europea si occupa di misure per combattere sia la discriminazione che la violenza di genere, al pari del pregiudizio e della violenza vissuti da lesbiche, bisessuali, transgender e intersex contro il proprio orientamento sessuale e identità di genere.
Ilaria Todde, portavoce di Eurocentralasian Lesbian* Community (EL*C) dichiara: «La nuova Strategia Lgbtiq della Commissione è un passo avanti storico per il riconoscimento e la visibilità delle lesbiche e delle donne Lbti, perché l’intersezionalità delle nostre vite viene finalmente riconosciuta e azioni specifiche sono proposte in questo senso. Negli ultimi tempi, abbiamo visto una recrudescenza gravissima di episodi lesbofobici in tutta Europa. Non menzionare le lesbiche e le donne, quando si fanno politiche Lgbtiq, non fa sparire la lesbofobia e la misoginia. Se possibile le rafforza. Siamo molto soddisfatte che la Commissione europea abbia deciso di prendere una posizione in questo senso e questo ci fa ben sperare per l’implementazione della Strategia. Speriamo che altre istituzionali sia a livello nazionale che internazionale decidano di seguire questo esempio. È fondamentale che tutte le voci della comunità Lgbtiq siano ascoltate e prese in considerazione».
Dal caso di Elisa Pomarelli, la giovane lesbica uccisa nel nostro paese nel 2019, all’ondata massiva di lesbofobia personale e sociale conseguente in Francia alla pubblicazione de Le génie lesbien di Alice Coffin fino alla violenza della polizia polacca, anche in Europa è in corso un’offensiva contro le lesbiche. L’atto della Commissione europea potrà aiutare in modo efficace milioni di donne a vivere in modo meno minacciato e precario?
Questa l’opinione di Carla Catena, attivista della rete Lesbicx: «Finalmente una politica europea che, attraverso una strategia sulle tematiche Lgbtiq, nomina la lesbofobia. Anche in Italia durante il dibattito che si è svolto finora per l’approvazione del ddl Zan è comparsa per la prima volta la parola lesbofobia. Noi lesbiche esistiamo e subiamo una doppia oppressione, la misoginia ci accompagna per tutta la vita assieme alla lesbofobia. Le parole che nominano e fanno esistere accompagneranno in Europa le politiche di tutela contro la lesbo-negatività, cito la psicologa Margherita Graglia, che parla di odio verso le persone Lgbtiq e non di fobia».