Ricorre oggi la Giornata internazionale delle persone con disabilità, che è quest’anno incentrata sul tema Ricostruire meglio: verso un mondo post Covid-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile.
Secondo le ultime stime dell’Organizzazione mondiale della sanità oltre un miliardo di persone, il 15% circa della popolazione mondiale, convive con la disabilità. Rilevando che «quasi tutti, ad un certo punto della propria vita, saranno temporaneamente o permanentemente disabili», e che «i più colpiti sono soprattutto i più vulnerabili: chi vive in un Paese a basso reddito, donne, anziani, bambini e adulti poveri», l’Oms invita perciò a «promuovere una cultura inclusiva e la piena realizzazione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità come parte integrante di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali».
In una tale ottica è sicuramente da considerare un traguardo di civiltà che il ddl Zan, approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre scorso, abbia esteso anche all’abilismo le misure per prevenire e contrastare le discriminazioni e violenze per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere. Risultato, questo, raggiunto grazie alla deputata di Italia Viva, Lisa Noja, che è stata la prima firmataria dei relativi emendamenti al testo.
Ed è lei ad aiutarci a comprendere meglio un tale risvolto normativo e il significato della ricorrenza odierna.
Onorevole Noja, ricorre oggi la Giornata mondiale delle persone con disabilità. Quale il significato e perché necessaria celebrarla?
La giornata è stata proclamata nel 1981 ed ha lo scopo di promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità, secondo quanto indicato dalla Convenzione che rappresenta un faro per tutti coloro che hanno a cuore l’uguaglianza sostanziale tra gli esseri umani. L’Oms stima che siano più di un miliardo le persone con una forma di disabilità nel mondo. Parliamo quindi di una parte importante della popolazione mondiale, circa il 15%. Quest’anno, più che in passato, vorrei che oggi fossimo tutti indotti non tanto a “celebrare” una ricorrenza ma ci sentissimo chiamati a una vera e propria mobilitazione collettiva in un anno terribile e difficilissimo per le persone con disabilità. Spesso molto più che per gli altri.
Durante la discussione del ddl Zan dai banchi della Lega si è ironizzato sulla Giornata mondiale contro l’omotransfobia, dicendo che a questo punto andava istituita anche una Giornata per le persone con disabilità. Quale sentimento ha provato nel sentire parlamentari ignorare che esiste una tale Giornata?
Negli anni ho imparato che c’è una proporzionalità diretta tra la propensione a strumentalizzare le persone con disabilità, invocando la loro tutela per scopi puramente propagandistici, e la totale ignoranza di tutte le questioni che riguardano la disabilità.
L’inserimento alla lotta all’abilismo nel testo di legge è un suo risultato. È stata contenta nel vedere anche le opposizioni votare a favore degli emendamenti da lei presentati?
Quando il parlamento vota a larghissima maggioranza norme che aumentano la tutela dei diritti di persone più vulnerabili sono sempre contenta. Mi spiace che le opposizioni abbiano usato due pesi e due misure, come se la difesa di una persona con disabilità da atti discriminatori e violenti fosse più meritevole della stessa tutela per un omosessuale. Io credo nell’uguaglianza sostanziale sancita dall’art. 3 della Costituzione, per tutti e sempre. E credo che questo riguardi ognuno di noi perché ha a che vedere con la qualità della vita democratica del paese.