Si continua a parlare, e a ragione, del caso dell’europarlamentare Jozsef Szájer, che, dopo la partecipazione a un’orgia con 24 maschi a Bruxelles nella notte tra il 27 e il 28 novembre e la successiva identificazione dalla polizia per violazione delle norme anti-Covid, è stato espulso da Viktor Orbán da Fidesz (il partito sovranista al potere in Ungheria, di cui lo stesso deputato 59enne è tra i fondatori). E c’è chi lo fa attraverso il linguaggio dell’arte e dell’ironia.
Nella giornata di oggi a Roma, all’angolo tra via Ostilia e via di San Giovanni in Laterano (la cosiddetta gay street della capitale), è infatti apparsa l’ultima opera della street artist Laika, che s’intitola Jozsef Szájer: The New Hungarian Gay Icon. L’acrilico su carta mostra l’europarlamentare a torso nudo e in harness con accanto la didascalia F**K ORBAN! “I AM WHAT I AM.
«In Ungheria il governo Orbán ha letteralmente dichiarato guerra alla comunità Lgbt+, privandola di ogni diritto – ha scritto Laika sulla sua pagina Facebook -, in nome dei cosiddetti valori tradizionali e delle radici cristiane. Voglio un mondo dove tutti abbiano gli stessi diritti, a prescindere dall’identità e dall’orientamento sessuale, una società senza pregiudizi. Etero, gay, lesbiche, trans, bisex, queer, ecc… Tutti esseri umani, tutti con gli stessi diritti. Voglio un mondo dove anche Szájer possa essere libero di vivere la sua sessualità nel modo in cui crede, senza nascondersi agli occhi del suo stesso partito. Grazie Joszef per aver inferto un duro colpo all’intolleranza. Da oggi sei la nuova icona gay ungherese. La prossima volta però rispetta le norme anti-covid!».