L’11 dicembre, vigilia della festa messicana di precetto di Nostra Signora di Guadalupe, il cardinale Carlos Aguiar Retes si è detto completamente d’accordo sulle parole di Papa Francesco a favore di una tutela legale per le coppie di persone dello stesso sesso.
Contenuto nel recente documentario Francesco di Eugeny Afineevsky, l’inedito bergogliano sulle unioni civili, che ha sollevato un tale clamore internazionale da spingere successivamente la Segreteria di Stato a diramare una nota esplicativa ai nunzi (ma la toppa, come si suol dire, è stata peggio del buco) è stato così commentato dall’arcivescovo di Città del Messico in un’intervista a David Alire Garcia della Reuters: «Se decidono per libera scelta di stare con un’altra persona, di stare in un’unione, questa è libertà».
Il primate del Messico, che è un insigne biblista ed è stato elevato all’episcopato da Giovanni Paolo II nel 1997 (Ratzinger lo promosse invece arcivescovo di Tlalnepantla nel 2009), ha anche ribadito, sulla scorta delle parole di Francesco, che i genitori non dovrebbero mai cacciare di casa figli o figlie dichiaratamente omosessuali: «Perché se, come purtroppo accade, un figlio di famiglia si dichiara apertamente omosessuale, allora essi non vogliono avere niente a che fare con lui. E questo non può essere, semplicemente non può essere».
Il porporato, che ha condotto ampie battaglie in Messico contro il diritto all’aborto e il matrimonio egualitario (come fatto d’altra parte dallo stesso Bergoglio negli anni di episcopato bonaerense), ha così dato un messaggio importante in un Paese dove le persone Lgbti, nonostante i traguardi raggiunti in materia di diritti civili, continuano a essere vittime di discriminazioni e violenze. Non pochi inoltre i casi di omicidio.