Svolta nel Regno Unito, dove a partire dalla prossima estate decadrà il vigente divieto di donare sangue per qualsiasi maschio che abbia avuto un rapporto sessuale con un altro maschio nei tre mesi precedenti. Come annunciato oggi dal Nhs Blood and Transplant (Nhsbt) – organismo pubblico del Dipartimento della Salute –, gay e maschi bisessuali che sono in relazione stabile saranno idonei a donare senza che sia richiesto loro alcun periodo previo di astensione sessuale, salvi ovviamente i casi di esposizione a un’ist o assunzione di antiretrovirali in PrEP o PEP.
Il cambiamento della normativa implicherà che le valutazioni del rischio per i donatori saranno condotte su base individuale e non più in riferimento alla complessiva popolazione gay o bisessuale maschile. Il segretario alla Sanità Matt Hancock ha detto ai media che tale passaggio “riconosce le persone per le azioni che intraprendono, piuttosto che per le loro preferenze sessuali”.
Le regole sulle donazioni di sangue da parte di gay e maschi bisessuali differiscono in tutto il mondo. In Canada e Stati Uniti si richiede, come finora nel Regno Unito, che essi si astengano da rapporti sessuali per tre mesi prima di donare. In Austria, Germania, Ungheria, ad esempio, sono richiesti 12 mesi, mentre il periodo di attesa è di cinque anni a Taiwan.
Cina, Filippine, Grecia, Libano, Singapore, Slovenia sono, invece, alcuni dei Paesi che vietano del tutto a maschi che hanno rapporti sessuali con maschi di donare sangue. Nessun limite temporale, invece, in Paesi, ad esempio, come Argentina, Polonia, Russia, Spagna, Italia, dove, però, nonostante il decreto Veronesi del 2001 (che impone comunque un questionario in cui si deve notificare se si sono avuti comportamenti a rischio negli ultimi quattro mesi a prescindere dal fatto se si è eterosessuali, omosessuali o bisessuali), la donazione di sangue da parte di gay o bisessuali è spesso a discrezione del centro trasfusionale.