Il Parlamento elvetico ha oggi approvato a larga maggioranza il matrimonio egualitario. Il testo d’iniziativa parlamentare è passato al Consiglio nazionale con 136 voti favorevoli, 48 contrari e nove astensioni, mentre al Consiglio degli Stati, Camera alta dell’Assemblea federale, ha incassato 24 voti a favore, 11 no e sette astensioni.
Ma l’Union Démocratique Fédérale (Udf), partito evangelico-conservatore, ha già annunciato che lancerà un referendum contro una tale modifica del Codice civile. Come però dichiarato da Matthias Erhardt, «se gli oppositori lanceranno un referendum, siamo pronti. Abbiamo l’82% della popolazione dalla nostra parte e grazie alla forza di mobilitazione della comunità Lgbt, delle nostre organizzazioni partner e dei partiti politici che ci supportano, saremo in grado di aumentare ulteriormente l’accettazione delle persone Lgbt nella società grazie a una tale campagna referendaria».
Il giurista Antonio Rotelli ha giustamente osservato come la stessa situazione la si ritrovi «in Italia, dove la Costituzione garantisce il diritto fondamentale al matrimonio senza definire il sesso degli sposi, ma in cui subiamo un divieto-pregiudizio, legittimato dalla Corte costituzionale che se ne è lavata le mani e che non viene rimosso dal Parlamento».