Nel 1971 a Torino nasce il primo movimento italiano per i diritti degli omosessuali: il FUORI! che ha dato il nome anche all’omonima rivista fondata da Angelo Pezzana. Quest’esperienza prosegue oggi con la Fondazione Sandro Penna/FUORI! nata nel luglio 1980 su iniziativa dello stesso Pezzana, di Enzo Cucco, Enzo Francone e di Marco Silombria.
Oggi, il ricco complesso archivistico della Fondazione, uno dei più importanti d’Europa, diventa consultabile online grazie alla collaborazione con il centro culturale Polo del ’900 di Torino che si appresta ad accogliere sull’hub 9CentRo, piattaforma che integra fonti e archivi sulla storia del Novecento, libri, riviste, articoli di giornale, fotografie, video, audio, manifesti, gadget, opere originali di artisti, lettere autografe, donazioni e altri documenti che ricostruiscono la storia dell’Italia arcobaleno. Grazie anche alla collaborazione con l’Università di Torino, sotto la supervisione di Antonio Pizzo, sull’hub del Polo del ‘900 è già possibile consultare una prima parte significativa dell’archivio e l’operazione di migrazione e digitalizzazione si concluderà nel corso del 2021.
L’integrazione degli archivi della Fondazione Sandro Penna/FUORI! rappresenta il primo passo di un percorso più ampio che terminerà con una grande mostra dedicata ai 50 anni del Fuori! realizzata in collaborazione con il Museo diffuso della Resistenza e che sarà ospitata al Polo del ‘900 nell’autunno 2021.
Molto soddisfatto Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 che è convinto che «attraverso i fondi della Fondazione Penna/Fuori! il Polo avrà l’opportunità di rinvigorire e rendere più autorevole il dibattito sul tema dei diritti Lgbt+ contro violenze e discriminazioni, purtroppo ancora attuali».
Angelo Pezzana, che ancora oggi presiede la Fondazione insieme a Maurizio Gelatti, si è adoperato perché questi due grossi progetti vedessero la luce: «Cinquant’anni fa era un altro mondo. La parola omosessuale non era mai stata scritta da nessuna parte e meno che mai sui quotidiani. Le parole che venivano usate nei nostri confronti erano espressioni spesso dialettali, tutte negative e comunque offensive. Di fatto eravamo presenti solo nelle pagine di cronaca nera. La maggior parte degli omosessuali era velata, dalle vite clandestine, e libera di essere sé stessa solo nei luoghi così detti malfamati. La paura e il “mi faccio i fatti miei” erano le linee guida di chi non riusciva a immaginare una vita diversa.
Per bene che andasse eravamo dei malati, con un senso dell’amore e della sessualità “rimasto a livelli infantili”, come scrisse nel recensire un libro su un quotidiano il primario neurologo dell’Ospedale Mauriziano di Torino con il titolo L’infelice che ama la propria immagine. Sottoscritta da molti amici inviai una lettera al quotidiano chiedendo un dibattito. Ci venne risposto “di questo argomento se ne parla già sin troppo”. La goccia che fece traboccare il vaso. Quel giorno stesso prendeva corpo la volontà di dare vita a un movimento che avremmo chiamato FUORI! (come si può vedere dalla copertina nr. 0 del dicembre 1971)».
L’appuntamento con questo importante capitolo della storia Lgbt è quindi da oggi sul portale del Polo ‘900 e a ottobre 2021 negli spazi espositivi del Museo diffuso della Resistenza di Torino.