La rivisitazione di un genere letterario o di testi del passato, spesso in chiave parodistica (che non è affatto sinonimo di comico o farsesco), è cosa antica. Dalla Batracomiomachia al Satyricon, dal Vito Vespasiano ovvero Gerusalemme desolata di Lalli al Virgile travesti di Scarron, dai pastiche di Proust al Diario Minimo di Umberto Eco, la lista di esempi da addurre sarebbe lunghissima. A questa si potrebbe aggiungere, e a ragione, anche buona parte dell’opera della drammaturga, attrice, scrittrice Emma Dante, il cardine del cui teatro (come anche della restante produzione letteraria) è proprio la rivisitazione dei testi classici e dei topoi culturali a quelli connessi alla luce del mondo contemporaneo.
L’intellettuale palermitana, che dal 2010 si confronta anche col genere favolistico, ha recentemente pubblicato il libro E tutte vissero felici e contente, in cui le fiabe più celebri sono state riscritte in ottica antistereotipica di donne e persone Lgbti. Di tale volume, edito da La nave di Teseo, Emma Dante ha parlato l’8 gennaio in collegamento con Oggi è un altro giorno, il programma pomeridiano di Rai1 condotto da Serena Bortone.
E, come c’era da attendersi, sono arrivate le solite geremiadi di chi, ignorando del tutto storia, valore e significato del procedimento letterario della rielaborazione, ha gridato allo scandalo e tirato in mezzo la trita balla dell’ideologia gender.
A partire da Pro Vita & Famiglia ed esponenti della Lega come l’eurodeputata Simona Baldassarre, che, notoriamente ossessionata da temi Lgbt+ e dando prova di non aver mai letto il libro di Dante, ha confusamente dichiarato: «La Commissione di Vigilanza della Rai intervenga su questo scandalo a luci arcobaleno. Si è arrivati a dire che la Bella addormentata nel bosco è stata svegliata dal bacio di una principessa e non di un principe e che Pinocchio era un ermafrodito. È inconcepibile, assurdo, che il servizio pubblico, tra l’altro in fascia protetta, e senza contraddittorio, possa drogare in modo così subdolo e violento le menti dei bambini, alterando fiabe da secoli patrimonio collettivo di grandi e piccoli. Quando si manipola la storia, la letteratura, la cultura, vuole dire che siamo alla vigilia della dittatura del pensiero unico».
A difendere Serena Bortone e il programma della Rete ammiraglia, spendendo parole elogiative per la scelta di ospitare Emma Dante, i senatori pentastellati Alessandra Maiorino e Gabriele Lanzi, per i quali «fa molti più danni l’azione seminatrice di odio da parte di certi parrucconi di una fiaba con protagonista una ragazzina lesbica».
Ha parlato invece di «ennesimo attacco omofobo da parte di esponenti della Lega, questa volta a un programma Rai», il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Michele Bordo, per il quale è così dimostrato «in maniera lampante quanto ancora sia presente nella politica e nella società un sentimento di avversione nei confronti delle persone gay e transgender. Le minacce e la violenza di cui vengono fatti oggetto nella vita di tutti i gironi, e le polemiche pretestuose e strumentali di gran parte della destra, ci ricordano che la strada dell’effettiva parità è ancora lunga e non priva di ostacoli. Ma noi intendiamo percorrerla fino in fondo, come dimostra anche la legge Zan in via di approvazione definitiva».