Sarà reintrodotta la dicitura “genitori” sulle carte d’identità elettronica di minori under 14 al posto di quella di “padre e madre” disposta, il 31 gennaio 2019, dal decreto dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini (cofirmato dagli allora titolari dell’Economia, Giovanni Tria, e della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno). A dichiararlo oggi, rispondendo al Question Time in Aula della Camera, la responsabile del Viminale Luciana Lamorgese.
La ministra ha fatto notare come il Garante per la protezione dei dati personali «ha rilevato che l’applicazione delle nuove disposizioni» salviniane «ha comportato notevoli criticità in termini di protezione dei dati e di tutela dei minori, nei casi nei quali i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale non siano riconducibili alla figura materna o paterna rappresentando la necessità di adeguare le disposizioni al quadro normativo introdotto dal quadro europeo in materia di trattamento dei dati personali. Il 15 ottobre scorso è stata proposta quindi un’ulteriore modifica del decreto ministeriale del dicembre 2015, finalizzata a ripristinare nella disciplina di emissione della carta d’identità elettronica la parola genitori in sostituzione di padre e madre». Lamorgese ha precisato che ciò è stato fatto «per garantire conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento europeo e per superare le problematiche applicative segnalate dal Garante».
La ministra dell’Interno ha quindi spiegato: «Il nuovo schema di decreto ministeriale ha già ottenuto il concerto dei ministri dell’Economia e della Pubblica amministrazione ed è in attesa del parere del Garante per la protezione dei dati personali, al seguito del quale sarà sottoposto all’esame della conferenza Stato-Città».
Contattato da Gaynews, Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno, pur rilevando come la risposta della ministra sia venuta a cadere in ore particolarmente critiche per la tenuta del Governo, ha dichiarato: «Siamo contenti di quanto detto oggi alla Camera. Speriamo solo che il decreto continui la sua strada fino all’approvazione. Un decreto atteso, che ripristina quanto avveniva prima del decreto Salvini, e che è sicuramente aderente alla realtà del Paese».