A soli due giorni dall’inizio della raccolta firme su All Out per chiedere la calendarizzazione e la discussione del progetto di legge regionale lombarda contro le discriminazioni omo-lesbo-bi-transfobiche (anche chiamato “pdl Iolanda Nanni” dal nome della deputata pentastellata, scomparsa prematuramente a Pavia il 27 agosto 2018), le associazioni promotrici possono già contare su un significativo risultato oltre a quello delle numerose sottoscrizioni.
Il 12 gennaio, infatti, il consigliere del Pd Giuseppe Villani non solo ha aderito alla campagna ma ha anche firmato il progetto di legge, depositato in Consiglio regionale nel dicembre 2019 dal capogruppo M5s Simone Verni. Ribadendo come sia necessario che la Lombardia esca «dalla spirale di risentimento e di discriminazione nei confronti di questi cittadini», ha aggiunto: «Se vogliamo davvero essere una regione avanzata e civile, deve partire dalla principale istituzione il passo avanti per dare veramente a chiunque i diritti che gli spettano».
Vivo plauso è stato espresso da Davide Podavini, presidente di Coming-Aut Lgbti+ Community Center (prima realtà promotrice della campagna), che ha dichiarato: «Il successo che sta ottenendo la raccolta firme dimostra quanto in Lombardia sia avvertita con forza e urgenza la necessità di una legge che garantisca politiche contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e promuova la cultura dell’eguaglianza. La sottoscrizione del consigliere Villani al pdl Nanni è un passo importante, che allarga il fronte dei consiglieri e dei partiti pronti a discutere il progetto di legge».
Podavini ha quindi aggiunto: «Rinnovo l’appello delle associazioni promotrici a tutti coloro che siedono in Consiglio regionale e che hanno a cuore i diritti e l’eguaglianza: firmate il progetto di legge, sostenetelo e portatelo urgentemente in discussione. E a tutte le cittadine e i cittadini chiedo di continuare a sostenere questa battaglia, firmando la petizione sulla piattaforma All Out. È un percorso iniziato nel lontano 2013, quando il tavolo di lavoro “Pavia per i diritti” aveva raccolto le principali realtà Lgbti+ di tutta Italia. Sono passati otto anni: la comunità Lgbti+ non può più aspettare»