È in corso da venerdì un botta e risposta incandescente tra don Maurizio Patriciello, parroco di Parco Verde a Caivao (Na) e noto punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata della zonna, e l’associazione Antinoo Arcigay Napoli.
Motivo del contendere il recente annuncio della ministra Lamorgese relativa alla reintroduzione della dicitura “genitori” sulle carte d’identità elettronica di minori under 14 al posto di quella di “padre e madre” disposta, il 31 gennaio 2019, dal decreto dell’allora ministro degli interni Salvini.
All’esternazione di Patriciello, che sui social sentenziava trattarsi di «un obbrobrio» e che bisogna fare «le persone serie» (come se il termine genitori, che fra l’altro ricorre anche nei Vangeli in riferimento a Giuseppe e Maria [cfr Lc 2, 41], non fosse una cosa seria), rispondeva con un comunicato stampa Antinoo Arcigay Napoli, esprimendo sgomento per le frasi del sacerdote e riprendendo le dichiarazioni esternate su Fb dalla presidente Daniela Lourdes Falanga e dal segretario Antonello Sannino. Quest’ultimo, in maniera decisa e netta, aveva accusato Patriciello di scaricare rabbia sociale contro le famiglie Lgbt, in un momento così delicato per la vita di tutte e tutti.
La querelle è andata avanti con don Patriciello, che dalle colonne di Famiglia Cristiana ha fatto la vittima dichiarando di essere stato lapidato da Antinoo Arcigay Napoli per le sue idee.
A supporto del parroco si è precipitata oggi la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Solidarietà al parroco di Caivano don Maurizio Patriciello, accusato dall’Arcigay di Napoli di “vomitare odio” ed essere uno “speculatore sociale” solo per aver espresso la sua posizione sulla decisione del Governo di reintrodurre “genitore 1” e “genitore 2”. È esattamente questa la censura dei tolleranti di professione, gli stessi che vorrebbero col ddl Zan introdurre un reato di opinione per punire, mettere in carcere e rieducare chi non piega la testa al pensiero unico. Una follia che continueremo a combattere perché la libertà non può essere discriminata». Al di là di tutto, forse gioverebbe ricordare a Meloni, ed è grave che non lo sappia, che non ci sarà nessuna reintroduzione di “genitore 1” e “genitore 2” ma della sola dicitura genitori e che il ddl Zan non introduce nessun reato di opinione ma anzi tutela il diritto di critica.
Immediata la risposta di Sannino che, sempre su Facebook, ha così ha risposto alla parlamentare di Fratelli d’Italia: «La Meloni ci attacca e solidarizza con Padre Patriciello che utilizza Famiglia Cristiana per continuare a fare il bullo, fingendosi vittima, per seminare odio, fare politica e ottenere la solidarietà (che guarda caso arriva puntuale) dei partiti che espressamente si legano alla tradizione fascista e postfascista del nostro Paese. Padre Patriciello, Famiglia Cristiana e la Fiamma Tricolore di Fratelli d’Italia (neo Msi). Siamo alle solite, il solito fronte. Magari arriva anche la solidarietà di Trump per il Trump di Caivano».
La solita solfa fasulla del “genitore 1” e “genitore 2” è stata rilanciata anche da Matteo Salvini, che ha espresso tutta la sua «solidarietà a Padre Maurizio Patriciello».