Si aggrava la situazione per il 31enne Michele Antonio Gaglione, accusato di aver ucciso nelle campagne di Acerra (Na), nella notte tra l’11 e il 12 settembre, la sorella Maria Paola, facendola cadere a terra dallo scooter su cui era bordo insieme col compagno transgender Ciro Migliore.
La Procura di Nola ha infatti mutato il capo di imputazione che è passato da omicidio preterintenzionale a volontario. Non è stata invece accolta dal gip l’istanza di un’ulteriore misura cautelare per Gaglione, che, difeso dagli avvocati Giovanni Cantelli e Domenico Paollella, è nel carcere di Poggioreale dal 13 settembre.
Al pari dei genitori l’imputato, che è sposato e ha due figli, non aveva mai accettato la relazione tra Maria Paola e Ciro, che erano stati costretti a trasferirsi dal quartiere degradato di Parco Verde a Caivano nella vicina Acerra. Secondo gli inquirenti, quella sera dell’11 settembre, Gaglione avrebbe inseguito con il proprio scooter il ciclomotore sui cui erano a bordo la sorella e Ciro, speronandolo più volte fino a provocarne la fuoriuscita in un campo ai margini di via degli Etruschi.
Maria Paola cadde sbattendo la testa contro una colonnina di cemento per l’irrigazione e morendo poco dopo. Ciro si salvò non riportando lesioni gravi. Michele Antonio Gaglione ha sempre detto che non era sua intenzione uccidere la sorella ma soltanto «darle una lezione».