Giovedì 4 febbraio Salekh Magamadov e Ismail Isayev, due giovani gay che in luglio erano riusciti a fuggire dalla Cecenia dopo detenzione e torture e a riparare a Nižnij Novgorod a est di Mosca grazie a Russian Lgbt Network, sono stati arrestati da agenti del Servizio federale per la sicurezza della Federazione (Fsb) e riportati in patria.
Condotti prima presso un commissariato di polizia della città di Gudermes, Salekh e Ismail sono stati rilasciati ieri dopo un sommario interrogatorio per essere subito dopo nuovamente arrestati. È stato impedito all’avvocato Alexander Nemov, legale di Lgbt Network, di incontrare i due giovani, che, intimiditi dalla polizia, sono stati spinti a rifiutare l’assistenza legale.
Nemov, che non ha potuto sapere i motivi dell’arresto, ha seguito l’auto della polizia su sono stati caricati i due giovani e trasferiti nel villaggio di Sernovodskoe. Sul posto è giunto un viceministro ceceno dell’Interno, che ha fatto pressioni sui genitori degli arrestati perché rifiutassero i servizi legali di Nemov.
Nel pomeriggio di oggi un altro avvocato di Russian Lgbt Network, Mark Alexeev, è arrivato al disretto di polizia di Sernovodskoye. Le autorità non gli hanno però permesso di vedere i due giovani. Alexeev è riuscito a contattare il vicecommissario Musaev, che ha confermato che Magamadov e Isaev sono a disposizione del Comitato investigativo della Federazione Russa nella Repubblica Cecena. Non ha però spiegato le ragioni della detenzione e si è astenuto dall’offrire qualsiasi documentazione legale che giustifichi l’arresto.
Raggiunto da Gaynews, Yuri Guaiana, senior campaign manager di All Out, ha dichiarato: «Lo stesso giorno in cui il presidente degli Stati Uniti Biden ha firmato un memorandum che impegna tutte le missioni americane a fare di più per proteggere i diritti umani delle persone Lgbt+, Salekh e Ismail due giovani ceceni lgbt+, rispettivamente di 18 e 17 anni, sono stati arrestati in Russia e consegnati alle autorità cecene.
Si tratta di un arresto illegale che fa correre ai due giovanissimi un grave e immediato pericolo di ulteriore tortura e persino di morte per il solo fatto di essere Lgbt+. Gli Stati Uniti hanno purtroppo già l’opportunità di dimostrare che alle parole del memorandum sanno far seguire le azioni chiedendo immediatamente alla Russia di liberare i giovani e garantirne l’incolumità. Ma non possono essere lasciati soli: anche l’Europa e l’Italia devono far sentire la propria voce e unirsi a questa richiesta urgente».