Domani la delegazione del Movimento 5 Stelle sarà ricevuta dal presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per il secondo giro di consultazioni. Il tema dei diritti civili dovrebbe essere affrontato nell’incontro a Montecitorio e forse anche quello specifico dell’approvazione definitiva della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, sulla quale oggi si sono registrati gli appelli di Gaylib e Gaynet Italia.
Ne abbiamo parlato con la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino, prima firmataria di una proposta di legge, sulla quale è stata esemplata quella del deputato Mario Perantoni, poi confluita nel testo unificato del cosiddetto ddl Zan (approvato il 4 novembre alla Camera).
Senatrice Maiorino, si va verso un Governo a larghe intese. Secondo lei, ciò comporterà una sparizione del tema diritti civili dall’agenda delle forze di maggioranza oppure no?
Intanto bisognerebbe capire quali siano le forze di maggioranza. Perché questo è un punto fondamentale per rispondere a tale domanda. Con immenso rispetto per l’appello del presidente della Repubblica stento a credere che le stesse forze, che già a partire dal 9 marzo 2020, ossia dalla dichiarazione del primo lockdown in Italia, hanno iniziato da subito una martellante propaganda contro ogni azione del governo senza mostrare il minimo senso di responsabilità verso la situazione che il Paese attraversava, oggi possano scoprirsi improvvisamente responsabili e mettere da parte i colori politici e gli interessi di partito. Per questo auspico fortemente che la nuova maggioranza che dovesse comporsi ricalchi a grandi linee quella precedente, il cui lavoro è stato bruscamente interrotto.
Nello specifico che margini vede per un’approvazione del ddl contro l’omotransfobia al Senato?
Li vedo nell’ottica di quanto precedente detto. Solo così ritengo che ci sarebbe la possibilità di terminare l’iter di approvazione della legge di contrasto a omolesbobitransfobia, misoginia, abilismo.
Sono fondate le voci che la delegazione M5s possa affrontare al tavolo col presidente Draghi anche la questione diritti civili e approvazione della legge?
Insieme alla Commissione Femminicidio M5S del Senato e a colleghe e colleghi M5S di entrambe le Camere, spontaneamente costituitisi in un gruppo Pari Opportunità, abbiamo convenuto che temi quali il contrasto alle discriminazioni di genere, le politiche femminili per il mondo del lavoro, quelle di educazione alla parità e al rispetto debbano essere punti qualificanti della nostra azione politica anche alle consultazioni con il presidente incaricato Draghi. I diritti non possono rimanere indietro mai, tanto meno in questa fase. La pandemia, con il distanziamento sociale e il conseguente isolamento nelle case, con l’interruzione per lunghi periodi della didattica a distanza, la perdita o la paura della perdita del posto di lavoro, la convivenza forzata o, viceversa, la lontananza forzata dalle persone care hanno provocato nella popolazione italiana un forte stress emotivo e psicologico. Lo stesso Mario Draghi ha sottolineato come fenomeni depressivi e disagi psicologici – specie tra i più giovani e le fasce sociali più deboli – sono sensibilmente aumentati. Assistiamo all’intensificarsi di episodi di autolesionismo e di violenza di gruppo, con risse tra gang di giovanissimi, per non parlare dei femminicidi, che dall’inizio del 2021 hanno fatto registrare un aumento a dir poco preoccupante. Insomma, si avvertono insofferenza e disagio latenti tra le persone, e a rimetterci sono, come sempre accade, le fasce già più colpite: le donne, i giovani, le minoranze, le persone anziane, i meno abbienti. La comunità Lgbti stava per vedere finalmente soddisfatta la necessità di avere uno strumento di tutela come la legge di contrasto al fenomeno dell’omolesbobitransfobia. Non possiamo permettere che questa occasione venga mancata per una crisi di governo incomprensibile, quando sono 25 anni che la si attende. Per fortuna, con involontaria lungimiranza, insieme al mio gruppo M5S ho insistito perché già nel Decreto Rilancio venissero stanziati i fondi per gli sportelli di ascolto e i centri rifugio per le persone Lgbti vittime di violenza e discriminazione. Questa parte attiva del testo di legge scritto a otto mani con tutte le forze della ormai ex maggioranza è stata messa in sicurezza. Ma è necessario procedere con l’approvazione della legge, che prevede anche percorsi formativi e di sensibilizzazione nelle scuole, oltre al reato. Oggi più che mai, la regressione verso un società in cui vigono rapporti di forza anziché improntati al rispetto, va evitata ad ogni costo. Ed è possibile evitarla solo con il contributo di forze politiche con sensibilità affini su questi temi.