Nella lista dei 23 nuovi ministri e ministre (15 uomini e otto donne, tra cui anche l’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia alla Giustizia), che, annunciati ieri dal presidente del Consiglio Mario Draghi, presteranno oggi giuramento al Quirinale in solitaria, figura anche la renziana Elena Bonetti. Alla già titolare del dicastero senza portafoglio delle Pari Opportunità e della Famiglia – dimessasi il 14 gennaio con l’omologa all’Agricoltura Teresa Bellanova (ministero affidato al pentastellato Stefano Patuanelli) e col sottosegretario agli Affari Esteri Ivan Scalfarotto segnando così l’inizio della fine del Conte II – è stato riaffidato il precedente incarico.
#Quirinale, il Presidente #MarioDraghi rende nota la composizione del #governo pic.twitter.com/5fceF48AuP
— Quirinale (@Quirinale) February 12, 2021
Su Facebook Elena Bonetti si è detta «pronta a servire il Paese nei desideri e le attese delle famiglie, di tutte le donne e gli uomini. È il tempo di liberare opportunità e futuro, a partire dalle nuove generazioni».
Nata il 12 aprile 1974 a Ceresara (Mn), la ministra ha frequentato il Liceo Scientifico Belfiore di Mantova e, quindi, l’Università di Pavia, dove, quale allieva del Collegio Ghislieri, si è laureata in matematica nel 1997. Nel 2002 ha conseguito il dottorato di ricerca nella medesima disciplina presso l’Università di Milano, dove è professoressa associata di analisi matematica dal 2016 dopo esserlo stata presso l’ateneo pavese. Collaboratrice del Cnr, ha fra l’altro incentrato i suoi studi sui modelli analitici per le scienze applicate.
Sposata e madre di due figli, Bonetti rivendica con orgoglio il passato da scout e da dirigente dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici italiani). In tale veste ha firmato nel 2014 la Carta del Coraggio, in cui i vertici dell’organizzazione, fondata da Donatella Mela, chiedevano allo Stato di riconoscere le unioni civili e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni in materia di divorzio, convivenza e omosessualità «perché tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati».
Durante il mandato ministeriale nel Conte II Elena Bonetti ha ripetutamente sostenuto la necessità della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, accompagnandone l’iter «nel rispetto del Parlamento», ed espresso sostegno alla continuazione della lotta contro ogni forma di discriminazione a partire da quelle verso le persone Lgbti+.