Nel suo intervento, tenuto stamani alla Camera durante il dibattito sulla fiducia al Governo Draghi, Ivan Scalfarotto, deputato di Italia Viva, ha fra l’altro detto che l’Italia deve «essere in prima fila a difendere i diritti umani. Io la ringrazio per quello che ha detto ieri. Lei ha parlato della Russia ma io voglio parlare della Bielorussia, voglio ricordare della situazione Lgbt in Cecenia, le persecuzioni nello Xinjian, quello che sta succedendo in Birmania, in Turchia, in Egitto».
In tarda serata, invece, nell’annunciare il no di Sinistra Italiana al voto di fiducia, Nicola Fratoianni ha fatto esplicito riferimento al ddl Zan col dire: «Vede signor Presidente, non stanno insieme transizione ecologica e trivellazioni petrolifere che qualcuno vorrebbe sbloccare già nei prossimi provvedimenti. Non stanno insieme gli interessi della Confindustria di Bonomi che vuole sbloccare i licenziamenti con quelli dei lavoratori e delle lavoratrici […]. Cosi come non è possibile tenere assieme il ddl Zan con il medioevo sul corpo delle donne del Senatore Pillon».
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana era già intervenuto più ampiamente stamani condannando il violento pestaggio dell’attivista Lgbt triestino Antonio Parisi, parlando di «ennesima violenta e feroce aggressione omofoba, che rappresenta sempre più la normalità piuttosto che l’eccezione. L’ennesima dimostrazione che una legge contro l’omolesbobitransfobia non può più attendere. Un passo fondamentale e necessario, ma purtroppo non sufficiente, di fronte al grande lavoro culturale ed educativo che dobbiamo affrontare per estirpare questa piaga dalla nostra società. Il ddl Zan è stato approvato alla Camera ma non al Senato. È giunto il momento di discutere e approvare questa norma di civiltà una volta per tutte. Tutta la mia solidarietà ad Antonio e ai suoi amici, vittime di questa vile aggressione».