Rompendo gli indugi e mettendo alle strette i partiti, Mario Draghi ha ieri completato la squadra di governo con la nomina di 39 sottosegretari. Resta in stand bay la delega allo Sport, che il presidente del Consiglio dovrebbe affidare prossimamente.
Tra le designazioni, sulla cui composizione si è dovuto faticare non poco tra veti incrociati e baruffe in Consiglio dei ministri, spicca il nome di Ivan Scalfarotto, già sottosegretario agli Esteri nel Conte II fino al 13 gennaio scorso, quando si dimise dall’incarico con le ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova. La prima riconfermata da Draghi alle Pari Opportunità e alla Famiglia, la seconda nominata ieri viceministra alle Infrastrutture e al Trasporto.
Destinato al Viminale, il deputato di Italia Viva è, come noto, firmatario di una delle cinque proposte di legge contro l’omotransfobia, poi confluito, insieme con le altre, nel testo unico del disegno di legge, approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre scorso.
Franco Grillini, direttore di Gaynews e presidente di Gaynet, ha così dichiarato: «La nomina di Ivan Scalfarotto a sottosegretario all’Interno è un fatto largamente positivo perché questo ministero è di grandissima importanza anche per le questioni Lgbt+. Basti solo pensare all’applicazione della legge sulla protezione internazionale di persone omosessuali che fuggono da Paesi dove è prevista la pena di morte. Il Viminale è inoltre un interlocutore molto importante per la collettività Lgbt+ nella lotta alla violenza verso le persone omosessuali e transgender».
Grillini ha poi dichiarato di aver sempre cercato «fin dagli anni ’80 un dialogo col ministero dell’Interno: il primo incontro avvenne nel giugno del 1986 proprio al Viminale – ero all’epoca segretario nazionale dell’Arcigay – che intervenne per consentirci il regolare svolgimento delle nostre attività. Mi piace ricordare i numerosi incontri con i vari ministri succedutisi, tra cui Maroni, Napolitano e Amato. Questi ricevette addirittura una delegazione di parlamentari Lgbt+, di cui facevano anche parte Vladimira Luxuria e Titti De Simone. La principale richiesta rivolta al Viminale è stata sempre quella di un referente diretto al ministero per le questioni di ordine pubblico che ci riguardano. Cosa che si è ottenuta con la costituzione dell’Oscad con l’allora capo della Polizia Antonio Manganelli, che ricordiamo con particolare gratitudine proprio”.
Il direttore di Gaynews ha concluso col rivelare che «il lavoro da fare quindi è tantissimo. È per questo che dobbiamo dare sin d’ora disponibilità al sottosegretario Scalfarotto per una piena collaborazione sì da portare avanti le azioni che abbiamo impostato come movimento negli ultimi 40 anni».