Picchiato e accoltellato ripetutamente in un parco di Beveren (nei pressi di Anversa), dove è stato rinvenuto esanime sabato mattina da un ciclista. È stato ucciso così il 42enne David Polfliet, gay dichiarato, originario di un villaggio nei pressi di Sint-Niklaas (Fiandre Orientali). La polizia, che ha dovuto dragare uno stagno per rinvenire l’arma del delitto, ritiene che la vittima si fosse recata nel parco per incontrare chi aveva precedentemente contattato su un’app per incontri.
E, già all’indomani, è stato identificato e arrestato con l’accusa di omicidio un 17enne di Anversa. Il giovane, secondo De Standaard, apparterrebbe al gruppo omofobo “gay bastardi”, che utilizza app per incontri per tendere imboscate e aggredire maschi omosessuali. Successivamente sono stati arrestati un 17enne di Verrebroek e un 16enne di Kieldrecht, presentatisi spontaneamente alla polizia.
Si continua a indagare se il movente del delitto sia da ravvisarsi in una rapina poi degenerata in omicidio o in un vero e proprio odio omofobico. Se dovesse essere formulata quest’ultima accusa, si aggraverebbe il capo d’imputazione. I quattro aggressori di Ihsane Jarfi, ucciso nel 2012 dopo aver lasciato un gay bar di Liegi in loro compagnia (il suo omicidio è stato subito paragonato dai media e dalle associazioni belghe con quello di David Polfielt), sono stati condannati con pene severissime: tre all’ergastolo, il quarto a 30 anni.
E, mentre le locali associazioni Lgbti+ hanno dichiarato di volersi costituire parte civile nel processo richiamando contemporaneamente l’attenzione sull’aumento di episodi di violenza omofobica in relazione a profili falsi su app per incontri, le massime autorità del Belgio hanno espresso sconcerto e indignazione per l’uccisione di David.
A partire dal primo ministro Alexander De Croo, che ha fatto ieri issare la bandiera Lgbti+ accanto a quelle del Belgio e dell’Unione europea all’esterno della sede dell’ufficio in rue de la Loi a Bruxelles. «Sono profondamente scioccato – così luendì in un tweet – dall’estrema omofobia a Beveren. È davvero orribile. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici della vittima. La giustizia ora deve fare il suo corso. Ma sia chiara una cosa: non accetteremo mai questa violenza nel nostro Paese».
Ik ben zwaar geschokt door de extreme homohaat in Beveren. Dit is echt verschrikkelijk.
Mijn diep medeleven aan de familie en vrienden van het slachtoffer.
Justitie moet nu zijn werk doen. Maar laat één ding duidelijk zijn: we zullen in ons land dit geweld nooit aanvaarden.
— Alexander De Croo (@alexanderdecroo) March 8, 2021
In ons land is er geen plaats voor haat. Love wins. ?️?
Pas de place pour la haine dans notre pays. Love wins. ?️? pic.twitter.com/JTLXFtUktb
— Alexander De Croo (@alexanderdecroo) March 9, 2021
La vice premier Petra De Sutter, prima ministra transgender d’Europa, ha espresso «disgusto, dolore, compassione» e stigmatizzato che persone possano essere spinte «a tal punto nel loro odio da uccidere un uomo solo perché gli piacciono gli uomini. Condanniamo questo omicidio codardo con la massima fermezza. E sbarazzati completamente dell’omofobia e della transfobia anche insieme con noi».
Afschuw. Verdriet. Medeleven. Wat drijft mensen zo ver in hun haat dat ze een man vermoorden, enkel en alleen omdat hij op mannen valt.
Laten we deze laffe moord in de meest krachtige verwoordingen veroordelen. En volledig komaf maken met homo- en transfobie, ook hier bij ons.
— Petra De Sutter (@pdsutter) March 8, 2021
Ha fatto loro eco la ministra dell’Interno, Annelies Verlinden, che ha twittato: «In una società adulta non c’è posto per la violenza omofobica. Gli eventi di Beveren sono del tutto inaccettabili. Sono vicina alla famiglia e agli amici della vittima».
In een volwassen samenleving is er geen plaats voor homofoob geweld. De gebeurtenissen in #beveren zijn volstrekt onaanvaardbaar. Ik leef mee met de familie en vrienden van het slachtoffer.
— Annelies Verlinden (@AnneliesVl) March 8, 2021
Al coro unanime di condanna si è unita anche l’europarlamentare italiana Isabella Adinolfi (M5s), che in una nota ha dichiarato: «Il Movimento 5 Stelle esprime solidarietà ai familiari del 42enne ucciso ad Anversa in una brutale imboscata omofobica. Il Belgio è stato uno dei primi Paesi al mondo a riconoscere le unioni fra persone dello stesso sesso ed è, in tema di diritti civili, uno dei Paesi più tolleranti e moderni al mondo. Ha fatto bene il premier belga Alexander De Croo a issare la bandiera arcobaleno fuori dal suo ufficio, un segno di vicinanza alla comunità Lgbtq che condividiamo. Tutti insieme, senza distinzioni di colore politico, dobbiamo unirci per estirpare il cancro dell’omofobia dalla nostra Europa. Adesso ci aspettiamo giustizia».