Ilga-Europe, di cui fanno parte oltre 600 organizzazioni Lgbti+ dell’Europa e dell’Asia Centrale e che ha un ruolo consultivo in seno al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (oltre a lavorare con le istituzioni Ue, il Consiglio d’Europa e l’Osce), ha ieri annunciato di aver preso atto delle ultime «dichiarazioni transfobiche» di Arcilesbica e chiesto a Ilga World, competente nel merito, di rimuovere l’associazione italiana da membro effettivo.
Già nei mesi scorsi Ilga-Europe aveva avuto segnalazioni di post e tweet di AL ritenuti trans-escludenti e transfobici. Ma, dopo la condivisione del meme di Arcilesbica Zami Milano per un “buon 8 marzo” sulla pagina Fb dell’associazione nazionale guidata da Cristina Gramolini, ha deciso di agire. Tanto più che proprio in occasione della Giornata internazionale della donna Ilga-Europe aveva pubblicato un lungo comunicato sul genere per condannare «l’oppressione e la discriminazione strutturale delle donne in tutte le loro diversità».
Sono d’altra parte noti gli ultimi continui attacchi di Arcilesbica all’inserimento dell’espressione “identità di genere” – per altro legittimata da due sentenze della Corte Costituzionale – nel disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo in quanto lesiva della dignità e dei diritti delle donne. Posizione, soprattutto, espressa in una lettera, che, cofirmata da alcune realtà minoritarie del femminismo italiano, è stata menzionata con compiacimento da movimenti come ProVita e Generazione Famiglia nonché, in Aula della Camera, dal vicecapogruppo della Lega, Alessandro Pagano, per cannoneggiare il testo di legge.
Tramonto concettuale di un’associazione, ridottasi oramai a uno stato larvatico (otto i circoli disaffiliatisi negli ultimi tre anni) e ripiegata in maniera così ossessiva su questioni come la gpa e i diritti delle persone trans da far apparire quale sbiadito ricordo le battaglie lesbofemministe ad ampio respiro un tempo condotte.