È stato ieri pubblicato nel Federal Register il regolamento interpretativo dell’Equal Credit Opportunity Act (Ecoa) del 1974, con cui il Consumer Financial Protection Bureau (Cfpb) ha chiarito, il 5 marzo, che il divieto di discriminazione sessuale nelle transazioni di credito è da riferirsi anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere nonché «all’attuale o percepita non conformità con stereotipi basati sul sesso o sul genere».
La decisione dell’agenzia federale per la tutela del consumatore nel settore finanziario, che è un adeguamento all’ordine esecutivo bideniano del 21 gennaio scorso, fa esplicito riferimento, come già ultimamente successo con casi analoghi, alla decisione Bostock v. Clayton County della Corte Suprema (15 giugno 2020).
«Nell’emettere questa regola interpretativa – ha affermato il direttore ad interim dell’agenzia governativa, David Uejio – abbiamo chiarito che i prestatori non possono discriminare in base all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Il Cfpb garantirà che i consumatori siano protetti da tale discriminazione e garantirà pari opportunità nel credito».
Secondo la National Academy of Science, che ha analizzato i dati dal 1990 al 2015, le coppie di persone dello stesso sesso hanno il 73% di probabilità in più di vedersi negato un mutuo bancario rispetto alle coppie eterosessuali.
Intanto l’8 marzo Joe Biden ha firmato un ulteriore ordine esecutivo a tutela delle persone Lgbt+ per garantire un ambiente educativo libero da discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere.