Con 492 voti favorevoli, 141 contrari e 46 astensioni il Parlamento europeo ha approvato, l’11 marzo, la risoluzione non vincolante che dichiara la Ue “zona di libertà Lgbtiq”.
Prendendo spunto dall’adozione di detto testo, Alessandra Maiorino, componente della bicameralina che ha lavorato al testo unico contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre, ha dichiarato: «È necessario che l’Italia faccia la sua parte e scelga da che parte stare».
Facendo inoltre riferimento alla recente approvazione dell’Equality Act da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, la senatrice pentastellata ha spiegato: «In questo quadro, il governo Draghi si è presentato come “europeista e atlantista”, in questo senso siamo certi che non voglia esserlo a fasi alterne, selezionando un menu europeista a piacimento, ma sui diritti sia coerente con la strada intrapresa in Europa e con quella dell’alleato oltreoceano. La legge di contrasto all’omolesbobitranfobia non può subire stop o battute d’arresto per via del cambio della maggioranza. Perché qui si tratta di decidere se l’Italia sta con l’Unione Europea o con Orbán e Duda. La legge contro l’omotransfobia approdata in Senato a novembre scorso va approvata e va approvata in tempi celeri».