Tra le tante voci, che si sono levate dal mondo della politica per condannare l’aggressione di cui sono stati vittime l’attivista di Gaynet Roma Jean Pierre Moreno e il suo compagno Alfredo Zanobio per il semplice fatto di essersi baciati, non è mancata quella di Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia e presidente del gruppo parlamentare ECR Party, che solo due giorni fa, in un videomessaggio inviato al congresso di European Young Conservatives (EYC), aveva invitato fra l’altro a battersi «per la libertà di parola contro ogni tipo di censura fatta dagli oligarchi della Silicon Valley, per la famiglia naturale contro la dittatura Lgbt», ha così commentato ieri su Facebook l’accaduto: «Rimango scioccata davanti questa assurda e brutale violenza a Roma a danno di un ragazzo che, dalle ricostruzioni della stampa, sarebbe stato aggredito solo perché baciava il suo compagno. Spero che il responsabile di questa vigliacca violenza la paghi: queste immagini sono indegne per un paese civile. La mia piena solidarietà al ragazzo aggredito».
A stretto giro di posta è arrivata via social la replica di Alessandra Maiorino, componente della bicameralina che ha lavorato al testo unico contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre.
La senatrice M5s ha infatti dichiarato: «Meloni ha la possibilità di dimostrare di essere davvero scioccata dalle scene dell’aggressione omofoba di Roma, votando a favore della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo ferma da novembre in Senato proprio a causa dell’ostruzionismo delle forze di destra. Schierarsi dalla parte del rispetto dei diritti umani non può essere una scelta ideologica, e gli steccati politici su questi temi dovrebbero cadere. Speriamo che Meloni scelga la coerenza e favorisca l’approvazione di una legge che offre tutela alla comunità Lgbt proprio da personaggi come il vile aggressore del video. C’è bisogno di concretezza, non di parole vuote che lasciano il tempo che trovano».
Oggi la senatrice M5s ha anche risposto ai capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, che ieri avevano reagito alle reiterate richieste di calendarizzazione del ddl Zan a Palazzo Madama col dire: «Il nostro Codice penale prevede già condanne e sanzioni adeguate per chi compie simili orribili atti».
Secondo Maiorino è in atto un «cortocircuito logico per i capigruppo Lega di Camera e Senato Molinari e Romeo: parlano correttamente di “episodio omofobo” riferendosi all’aggressione di Valle Aurelia, ma poi sostengono che “il nostro Codice penale prevede già condanne e sanzioni adeguate per chi compie simili orribili atti”. No, ho cercato di spiegarglielo tante volte! Il nostro Codice penale è attrezzato contro “la discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, ma non contro l’omofobia. Possono leggere gli artt. 604 bis e ter, se non mi credono! Ora, dal momento che finalmente anche la Lega, abbandonando le sue posizioni ideologiche e, quelle sì, strumantali, ha finalmente riconosciuto che l’omofobia esiste e colpisce duramente nel nostro Paese, convincano il presidente di commissione Giustizia Ostellari, della Lega, appunto, ad avviarne finalmente l’iter e votino anche loro la legge. L’Italia non può restare al palo sui diritti perché ostaggio di posizioni preconcette e antistoriche. Difendere adeguatamente tutte e tutti i suoi cittadini è un preciso dovere di uno Stato di diritto».