Un Ufficio di presidenza molto animato quello che ha avuto luogo oggi pomeriggio in Commissione Giustizia del Senato, il cui presidente Andrea Ostellari (Lega) si è detto offeso dagli insulti piovutigli su social e mail dopo le critiche di Fedez in tema di ddl Zan. A vestire per gli stessi motivi i panni di vittima anche il capogruppo della Lega Simone Pillon.
A fronte della baruffa scoppiata durante la riunione tra i capigruppo della Lega, Forza Italia (Caliendo) e Fratelli d’Italia (Balboni) da una parte e quelli di M5s (Gaudiano), Pd (Mirabelli), Misto (Grasso) e Iv (Cucca) dall’altra, Ostellari, appellandosi al comma 1 dell’articolo 51 del Regolamento del Senato, ha suggerito di abbinare il ddl Zan agli altri quattro ddl sull’omotransfobia presentati a palazzo Madama e chiedere l’assegnazione in sede referente alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. La proposta è stata accettata all’unanimità.
A spiegare questi aspetti tecnici con un post su Facebook Angelo Schillaci, professore associato di Diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma, che ha osservato: «Fatto questo passaggio, l’Ufficio di presidenza della Commissione tornerà a riunirsi per formare il calendario dei lavori che, auspicabilmente, comprenderà anche le proposte abbinate, inclusa la Zan. Una volta avviata la discussione in Commissione, la Commissione stessa resterà libera di decidere, con un voto, quale dei testi abbinati adottare come testo base. Insomma, oggi abbiamo assistito a una tattica dilatoria, che però non potrà pregiudicare né la prosecuzione del cammino della legge né la sua approvazione. Passo dopo passo, con tutta la fatica del caso: ma si andrà avanti, superando ogni trappola».
Di «innegabile volontà dilatoria di Ostellari, che pur si sta muovendo nel perimetro del Regolamento», parla a Gaynews anche la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), componente della Commissione Giustizia e prima firmataria di uno dei quattro ddl da abbinare. «Ora confido – ha aggiunto – nella sensibilità della presidente Casellati: questo provvedimento contrasta anche la misoginia e la presidente si è spesa molto nel contrasto alla violenza sulle donne. Auspichiamo pertanto una risposta molto celere che consenta finalmente l’avvio dell’esame anche qui in Senato».
Critico Alessandro Zan, che, come noto, è stato relatore alla Camera del disegno di legge approvato dall’Aula il 4 novembre. «Apprendo che il presidente Ostellari – così in una nota – ha richiesto l’accorpamento della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo approvata alla Camera con altri quattro testi già depositati in Senato, passaggio a cui si poteva procedere ben prima. Mi auguro che dietro questa richiesta non ci sia l’ennesimo tentativo dilatorio verso un testo che, come è noto, gode del sostegno della maggioranza in Commissione ed è già approvato alla Camera. Rimandando la decisione alla presidente Casellati sull’accorpamento, Ostellari ha esaurito tutti gli alibi. Se si tratta esclusivamente di risolvere un problema tecnico, la prossima settimana si dovrà dare il via libera ai lavori, come richiesto da Pd, M5s, LeU e Iv. Ora davvero per Ostellari non ci sono più scuse. Il tempo è scaduto».
Ha definito invece vergognosa la proposta Ostellari, al punto tale che «anche l’imbarazzo è imbarazzato», il comitato di Da’ voce al rispetto che ha però invitato tutte e tutti a continuare a firmare le petizioni promosse su Change.org e All Out in collaborazione con I Sentinelli di Milano e Gaynet Italia.
Oggi ad aderire, fra gli altri, anche il deputato di Forza Italia Elio Vito, Myss Keta e l’attrice spagnola Itziar Ituño Martínez, nota per aver interpretato il ruolo dell’ispettrice Raquel Murillo nella serie Netflix La casa di carta.
Dopo aver votato a favore alla #Camera, ho firmato la petizione per una rapida calendarizzazione ed approvazione definitiva al #Senato del #DDLZan contro l’#omotransfobia ? @bendellavedova @ZanAlessandro
Firmala anche tu! https://t.co/GMOpNPsFCF— Elio Vito ?????? (@elio_vito) April 7, 2021