Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, continua con le sue geremiadi da prefica contro il ddl Zan che, a suo parere, «è sbagliato e va fermato».
Pur ribadendo l’unanime accordo nel «condannare ogni forma di violenza e di offesa a qualsiasi persona per qualsiasi ragione», il presule ha infatti dichiarato all’Adnkronos: «Non entro nel merito di quello che dice la politica. Ma faccio un ragionamento da cittadino e dico che la proposta Zan non è finalizzata a reprimere reati. Ma altro non è che un grimaldello, per imporre un modello educativo e ideologico con la diffusione della teoria gender, che dal mio punto di vista è sbagliato».
Suetta si era già espresso agli inizi del giugno 2020 contro il disegno di legge – fra l’altro ancora prima che ne fosse depositato il testo unificato in Commissione Giustizia della Camera – col paventare «uno squilibrio nel rapporto tra la libertà di opinione e il rispetto della dignità umana, che può dar luogo a derive liberticide» Per chi lo conosce nessuna meraviglia, invero, per argomentazioni, tanto estranee al testo di legge quanto consentanee a quelle espresse da Lega e Fratelli d’Italia.
Suetta è infatti ben noto per posizioni tradizionaliste e per il plauso a Salvini sull’uso di simboli cristiani in comizi. Addottoratosi in teologia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum (l’università romana dei Legionari di Cristo), è stato economo della diocesi di Albenga-Imperia e rettore del seminario vescovile di Albenga negli anni del controverso episcopato del suo mentore, il vescovo Mario Olivieri, di fatto esautorato da Papa Francesco nel 2015 con la nomina a coadiutore di Gugliemo Borghetti e spinto a presentare le proprie dimissioni, anzitempo, all’età di 72 anni.