Il 4 aprile Simòn Henry Gomez Andre, 23enne cileno dimorante da due anni a Torino dove frequenta la scuola di arti circensi, è stato accerchiato da cinque ragazzi sotto i portici di via Nizza, insultato per il crosstop che indossava e pestato a sangue perché gay da uno del branco. Grazie all’intervento del proprietario di un supermarket il giovane, colpito ripetutamente da pugni e un calcio all’inguine, è riuscito a fuggire e a raggiungere la casa di un’amica dove gli sono stati prestati i primi soccorsi.
A raccontare con un video su Instagram l’accaduto la stessa vittima, che ha sporto denuncia in Procura.
Visualizza questo post su Instagram
«Immaginate – così nel post esplicativo – essere costretti a vivere con la paura semplicemente girando per strada perche ci si veste o ci si comporta come ci si sente. Immaginate non avere la libertà di esprimere il proprio amore in pubblico, avere sempre un occhio attento agli sguardi e a controllare cosa succede. Immaginate dover modulare la voce e il modo di muoversi per non apparire in un certo modo. Immaginatevi vivere in modo continuamente impostato ed essere costretti a reprimere e nascondere alcune espressioni di se per evitare di finire in brutte situazioni come questa». Il giovane ha anche lanciato un appello perché sia approvata la legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo, linkando in alto sul suo profilo la petizione promossa da Da’ voce al rispetto su All Out.
A esprimergli solidarietà la sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha commentato: «Ignobile chi commette simili violenze. La legge Zan deve essere approvata senza ulteriori ritardi. Hai tutta la mia vicinanza». Le ha fatto eco l’assessore ai Diritti Marco Giusta dichiarando: «A Torino un nuovo caso di omofobia. A questo ragazzo il Parlamento deve immediatamente una riposta, così come a tutte le persone che vivono quotidianamente l’omolesbobitransfobia sulla loro pelle. Non possiamo più aspettare, non è più tempo di rinvio. Purtroppo anche la nostra città, nonostante sia una delle più attente al tema dei diritti e della valorizzazione delle differenze, non è immune all’omofobia. Vedere il viso di questo giovane pieno di sangue e le sue lacrime fanno stringere il cuore. A lui tutta la mia solidarietà e vicinanza, a livello personale e a nome della Città».
In un post i deputati del Pd hanno invece scritto: «Ditelo ad Henry che la violenza omofoba “non è una priorità”, che la Legge Zan non è necessaria, che aggredire una persona solo perché “gay” è del tutto giustificabile e normale».
Solidarietà infine da Arcigay Torino al giovane, la cui presidente Serena Graneri ha dichiarato: «Questo bruttissimo fatto ci ricorda ancora una volta quanto sia necessaria e urgente una legge che tuteli la nostra comunità da attacchi omolesbobitransfobici. Desideriamo che venga ripresa il prima possibile la discussione in Senato del testo di legge Zan. Non si può più aspettare».