57 europarlamentari dell’Intergruppo Lgbti hanno indirizzato stamani una lettera ad Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia del Senato, per esprimere «preoccupazione per il ritardo nella votazione del disegno di legge sulle misure per prevenire la violenza e la discriminazione per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Riteniamo che la mancanza di una procedura rapida da parte della Commissione Giustizia del Senato abbia indebitamente ritardato l’adozione di una legge che contribuirà in modo sostanziale alla protezione dei gruppi vulnerabili in Italia, in particolare delle persone Lgbt, in linea con i valori europei e il programma di lavoro della Commissione europea».
Nel richiamare i punti fondamentali del ddl, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, e il lavoro svolto in tal senso dal relatore Alessandro Zan (Pd), i firmatari osservano: «Sono passati mesi senza che al Senato si sia fatto alcun passo per calendarizzare la votazione del disegno di legge. Un secondo tentativo, la scorsa settimana, da parte della Commissione Giustizia del Senato per fissare una data per il voto finale è fallito. Lei ha deciso il 7 aprile 2021, in qualità di presidente della Commissione, un nuovo rinvio per la calendarizzazione della discussione, chiesta dai partiti di maggioranza. Da quello che ci è dato capire, questa decisione è stata presa sulla base del Regolamento interno del Senato».
Accennando quindi al rapido e fattivo intervento della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, i 57 europarlamentari dicono di contare adesso sulla diligenza di Ostellari «per avviare la discussione sul disegno di legge e per metterlo ai voti in Commissione Giustizia. Il disegno di legge proposto è fondamentale per l’allineamento del quadro giuridico italiano sui crimini d’odio e sull’incitamento all’odio con quello degli altri Stati membri dell’Ue e del Consiglio d’Europa in materia». Documenti, nel numero di cinque, che vengono espressamente menzionati
Nel rilevare come «nel corso degli anni si siano verificati in Italia diversi tentativi di modificare la legislazione applicabile, tutti senza successo», i firmatari lodano esplicitamente «il ruolo della mobilitazione della società civile Da’ voce al rispetto, che è stata cruciale nel sostenere la riforma legislativa».
Da qui la richiesta «di avviare la discussione sul disegno di legge e di metterlo ai voti affinché l’iter legislativo possa proseguire nella piena legittimità dei poteri conferiti ai componenti del Senato. Chiediamo ugualmente a tutti i membri del Senato di sostenere l’iter legislativo e di spingere per il suo proseguimento, pur riconoscendo la possibilità di apportare miglioramenti al testo».
A firmare la lettera, oltre all’intero direttivo dell’Intergruppo Lgbt e due europarlamentari del Ppe, anche Sandro Gozi nonché gli italiani Fabio Massimo Castaldo, Andrea Cozzolino, Brando Benifei, Chiara Maria Gemma, Daniela Rondinelli, Dino Giarrusso, Eleonora Evi, Elisabetta Gualmini, Franco Roberti, Giuseppina Picierno, Irene Tinagli, Isabella Adinolfi, Laura Ferrara, Mauro Furore, Massimiliano Smeriglio, Pierfrancesco Majorino, Pietro Bartolo, Sandro Tiziana Beghin
Trovo assurdo che il #DDLZan risulti così divisivo in un Paese civile. Basta ipocrisie! Discriminare e aggredire altre persone sulla base dell’orientamento sessuale è un crimine vile che va punito duramente in tutta l’UE. Diritti, uguaglianza e lotta alla discriminazione subito?️? https://t.co/iXrDNZKYYE
— Sandro Gozi (@sandrogozi) April 20, 2021