Non è stato un semplice ennesimo rinvio della calendarizzazione della discussione della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo quanto avvenuto in Ufficio di presidenza della Commissione Giustizia del Senato. Oggi il presidente Andrea Ostellari è andato ben al di là: anziché far votare la Commissione come da Regolamento non essendoci unanimità al riguardo, ha infatti travalicato le funzioni assegnategli dicendo che la questione dev’essere portata in conferenza dei capigruppo di maggioranza.
«Prendo atto – ha dichiarato – della spaccatura fra i rappresentati dei gruppi di maggioranza in commissione e segnalo come questa renda impossibile procedere serenamente con i lavori. Per questo chiedo un confronto politico sul metodo ai presidenti dei gruppi del Senato. Disegni divisivi come il ddl Zan non possono rallentare l’agenda della maggioranza. Se c’è l’urgenza di intervenire a tutela delle vittime di violenza, al di là degli orientamenti sessuali di ciascuno, inasprendo le pene per i reati contro la persona, la Lega c’è. Ma le battaglie di bandiera sono inaccettabili in questa fase delicata di rilancio del nostro Paese».
Ma è arrivata già la replica della senatrice Simona Malpezzi, capogruppo del Pd, che ha dichiarato: «Il ddl Zan attiene a un tema che non ha nulla a che fare con l’agenda del governo e la Commissione Giustizia del Senato deve essere messa in condizione di lavorare in assoluta autonomia. I motivi addotti dal Presidente della Commissione Giustizia della Lega, Andrea Ostellari, sulla necessità di non dividere la maggioranza sono solo pretesti per impedire la discussione. Il presidente Ostellari svolga il suo ruolo di garanzia e calendarizzi il provvedimento. Non ha bisogno dell’incontro dei presidenti dei gruppi, come da lui richiesto: basta che svolga il suo lavoro. Ha tutti gli strumenti, agisca».
Sulle motivazioni addotte da Ostellari un indignato Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia del Senato e vicepresidente dei senatori del Pd, ha dichiarato «Di fronte alla richiesta di tutta la maggioranza, esclusa la Lega, il presidente Ostellari, con un atteggiamento al limite della legittimità, ha deciso di rifiutarsi di riconoscere l’esito dell’Ufficio di presidenza, convocando la Commissione per il voto, riconoscendo così alla Lega una sorta di diritto di veto. Il presidente esplicitamente ha affermato che l’incardinamento del disegno di legge aprirebbe un problema politico nella maggioranza. Posizione impropria e assurda, anche alla luce del fatto che il provvedimento è già stato votato alla Camera. Ricordo alla Lega che la maggioranza ha il dovere di sostenere il governo nello sforzo per uscire dall’emergenza pandemica ma che l’autonomia del Parlamento non può essere messa in discussione».
Durissima la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), componente della Commissione Giustizia del Senato, che ha dichiarato a Gaynews: «Questo non rientra nelle funzioni di un presidente di Commissione, che non può decidere di cosa deve discutere la conferenza dei capigruppo. Ostellari ha di fatto esautorato di potere la Commissione Giustizia del Senato, che non può autodeterminarsi e di decidere, attraverso un voto se necessario, di cosa occuparsi o meno. Oggi il Parlamento è stato umiliato da Ostellari».
Le ha fatto eco la senatrice Monica Cirinnà (Pd), che, benché convalescente, ha detto di seguire i lavori, rilevando «che il presidente di una Commissione ha il dovere dell’imparzialità». Osservando che Ostellari «continua a tenere in ostaggio una intera Commissione – che non può formare il calendario dei propri lavori – perché non concorda con l’orientamento della maggioranza dei gruppi parlamentari presenti nella stessa Commissione, favorevoli a iniziare la discussione del ddl Zan», ha quindi aggiunto: «A lui e alla Lega ricordo che sosteniamo Draghi per gestire l’emergenza sanitaria e la ripresa economica. E che al di fuori di questo perimetro abbiamo diversi obiettivi e diverse priorità. La politica – la buona politica – deve continuare a lavorare: e deve farlo nel pieno rispetto del regolare funzionamento delle istituzioni democratiche, primo fra tutte il Parlamento. Si discuta nel merito, ci si confronti, si voti: ma continuare a consentire che una minoranza paralizzi i lavori di una intera Commissione è davvero inaccettabile. Mi auguro che la presidente Casellati possa intervenire a ripristinare il regolare funzionamento della Commissione».
Per Alessandro Zan (Pd), relatore del ddl alla Camera, “Ostellari dimostra di non essere super partes, avallando le richieste della Lega e non quelle della maggioranza della Commissione. Il Senato è in ostaggio di una minoranza che di fatto impedisce l’esame di una legge sostenuta da una maggioranza parlamentare. Vergogna!».
Ostellari dimostra di non essere super partes, avallando le richieste della Lega e non quelle della maggioranza della Commissione. Il Senato è in ostaggio di una minoranza che di fatto impedisce l’esame di una legge sostenuta da una maggioranza parlamentare. Vergogna!#DDLZan
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) April 20, 2021
Intanto Da’ voce al rispetto, la cui azione è stata espressamente elogiata dall’Intergruppo Lgbt del Parlamento europeo, ha lanciato l’hashtag #OstellariDimettiti.