«Vogliamo soltanto dire all’Europa, al mondo intero, che il rock ‘n’roll non è mai morto». Queste le parole con cui Damiano David, frontman dei Måneskin, ha commentato sul palco dell’Ahoy Arena di Rotterdam la vittoria della sua band alla 65° edizione dell’Eurovision Song Contest. Il loro Zitti e buoni, con cui si erano aggiudicati il 6 marzo scorso il primo posto al Festival di Sanremo, ha attribuito il successo all’Italia con 524 voti, relegando Francia e Svizzera, rispettivamente rappresentate da Barbara Pravi con Voilà e da Gjon’s Tears con Tout l’univers, al secondo e terzo posto.
Reinterpretando il brano col trofeo della kermesse, i Måneskin hanno cantato il brano nella versione originale con tanto di parolacce, emendate per l’esibizione al Festival della canzone italiana, e bacio tra Damiano e il chitarrista Thomas Raggi.
Era da 31 anni che l’Italia non vinceva l’Eurovision Song Contest. L’ultima volta era successo nel 1990 con Insieme: 1992 di Toto Cotugno, preceduto soltanto da Non ho l’età di Gigliola Cinquetti nel 1964.
Particolarmente intensa la diretta Rai al concorso canoro, affidata a Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio. Ha colpito e commosso la dichiarazione del paroliere e personaggio tv siciliano, che dopo l’esibizione della cantante russa con origine tagike Maniža, nota per il suo attivismo e perciò guardata con sospetto in patria, ha detto: «Lei è vicina al mondo Lgbt+ e visto che viene dalla Russia, sarebbe una grande gioia se il grande presidente Putin avesse più sensibilità per la comunità gay. Nessuno di noi sceglie la propria natura. Noi vi vogliamo bene, vogliateci bene anche voi».