Mossa ostruzionistica delle peggiori da parte del leghista Andrea Ostellari, che oggi in Commissione Giustizia ha annunciato un calendario con 170 audizioni sul ddl Zan. Audizioni, che cadenzate al ritmo di dieci una volta a settimana, sarebbero esaurite tra quattro mesi.
A meravigliare sono soprattutto i nomi di personalità del mondo religioso note per la loro avversione al disegno di legge quali monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, Riccardo Di Segni dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, Yassine Baradai, segretario nazionale dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, Alessandro Dini Ciacci, responsabile della chiesa dei mormoni. Ma anche soggetti come Massimo Gandolfini del Family Day, di cui Simone Pillon è il braccio parlamentare, o discusse figure del mondo Lgbt+ e femminista come Mauro Coruzzi in arte Platinette, il presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì, la presidente di Arcilesbica Cristina Gramolini, il presidente di Equality Aurelio Mancuso, la giornalista Marina Terragni.
Su tale pletora di auditi Franco Grillini, ex parlamentare e presidente di Gaynet, ha detto di provare «schifo ma soprattutto orrore per un’accolta di collaborazionisti come non si vedeva dai tempi del fascismo. Ho mezzo secolo di vita politica ma, terrorismo a parte, una porcheria simile non l’avevo mai vista». Ha quindi aggiunto: «Sono poi esterrefatto per le audizioni di rappresentanti religiosi. La questione omotransfobia non attiene alla sfera della religione ma a quella dei diritti umani».
Durissima la senatrice M5s Alessandra Maiorino che ha scritto su Facebook: «Le audizioni richieste sono 170 e quasi tutte di organizzazioni religiose o sedicenti tali. Questo Paese si chiama Italia, è un Paese laico e democratico dell’Europa occidentale. Ora basta. Andiamo in aula con l’art. 77. Il Movimento 5 Stelle è pronto». Riferimento inequivocabile al Regolamento del Senato, che prevede la richiesta d’esame di un disegno di legge direttamente in Aula.
Sulla stessa linea la senatrice dem Monica Cirinnà che ha definito presa in giro un tale calendario. «Questa è la Commissione Giustizia – ha aggiunto – non casa Ostellari. Ormai il tentativo di affossare il testo in Commissione è evidente: andiamo presto in Aula senza relatore con la dichiarazione d’urgenza». Elogiando il vicecapogruppo del Pd, Franco Mirabelli, per aver proposto «un confronto con i partiti che alla Camera hanno votato il ddl Zan, per capire se ci sono scostamenti di posizione», non ha mancato di lanciare una frecciatina a Davide Faraone, capogruppo di Italia viva al Senato: «Sento che dice ora cose diverse, ci spieghi su cosa ha cambiato idea. Chi ha problemi parli, perché se si vuole portare in fondo la legge, servono certezze per non correre rischi con il voto alla cieca».
Le ha fatto eco Laura Boldrini, che ha scritto su Twitter: «È chiaro che si tratta di puro boicottaggio. La Lega propone 170 audizioni in Commissione sul ddl Zan solo per allungare i tempi. Una provocazione irricevibile. Ora i gruppi favorevoli si accordino per portare in aula il ddl già approvato alla Camera».
Per Lisa Noja, deputata di Italia Viva e prima firmataria dell’emendamento che ha esteso le aggravanti previste dal disegno di legge per identità di genere, sesso e orientamento sessuale anche alle discriminazioni e agli atti di violenza contro le persone con disabilità, si tratta di «un numero spropositato che svela ancora una volta, casomai vi fossero dubbi, quali siano le reali intenzioni di Lega e Fratelli d’Italia: rallentare, affossare e boicottare l’iter parlamentare di un provvedimento di civiltà. E questo a poche ore dalla presa di posizione di Fish, una delle due più importanti federazioni di associazioni italiane per i diritti delle persone disabili, che ha sottolineato come la proposta di legge sia necessaria per tutelare anche le persone con disabilità. Una tutela tanto più urgente considerato come, secondo l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, in tre anni i reati di aggressione o incitamento all’odio contro le persone con disabilità siano duplicati». Noja ha quindi concluso: «Ogni minuto perso a ostacolare l’approvazione di questa legge corrisponde a un danno anche verso queste vittime di odiosi atti discriminatori e violenti. È tempo davvero di porre fine alle continue mistificazioni e all’ostruzionismo su un provvedimento che garantisce i diritti a chi è più vulnerabile».