25 giorni di prognosi per il 29enne gay di Torino, aggredito ieri sera da quattro minori a Palermo insieme col compagno mentre con amici era in cerca di un B&B nei pressi della centralissima via Maqueda. Il giovane, che, già dimesso dall’Ospedale Civico, ha riportato una frattura al naso e tumefazioni al volto, ha raccontato in Questura che la sequenza di insulti e il successivo pestaggio a calci e pugni sarebbero partiti perché si teneva per mano col partner. Sono in corso l’acquisizione e l’analisi delle immagini provenienti dai sistemi di video sorveglianza piazzati nel centro storico di Palermo.
Per il sindaco Leoluca Orlando, da sempre vicino alle battaglie della comunità Lgbt+, l’aggressione «rappresenta un atto vile che nulla ha a che vedere con il cambiamento culturale di una città che promuove, giorno dopo giorno, i diritti della persona. Questo episodio criminale ribadisce inoltre l’importanza e l’urgenza dell’approvazione del ddl Zan. La politica non può più perdere tempo».
E, se il deputato dem Emanuele Fiano, commentando l’episodio, si è chiesto: «Abbiamo bisogno ancora di molta violenza odiosa per decidere di approvare il ddl Zan?», il senatore di LeU Francesco Laforgia e componente dell’Ufficio di presidenza di Palazzo Madama ha dichiarato: «Questo ennesimo episodio ci dice dell’urgenza di approvare una legge contro i crimini d’odio. Ma anche della necessità di lavorare sull’educazione alle differenze alla luce del fatto che spesso questi comportamenti riprovevoli si manifestano tra i più giovani. Il dibattito al Senato, con i trucchi della destra per ritardare questa discussione, non è edificante. La politica dimostri maturità e indichi la strada, anche attraverso l’approvazione del ddl Zan, per un Paese più civile».
Sulla necessità di una rapida approvazione della legge, sia pur senza nominare esplicitamente il ddl Zan – ma è l’unico testo che, avendo già ricevuto l’ok della Camera, potrebbe averlo in tempi celeri anche al Senato –, sono intervenuti anche Davide Faraone (Iv) e Anna Maria Bernini (Fi).
Per il capogruppo di Italia Viva al Senato «l’inqualificabile aggressione nei confronti di una coppia gay a Palermo evidenzia ancora, ove ce ne fosse bisogno, quanto urgente sia trovare il modo per uscire dallo stallo ed approvare in tempi rapidissimi una legge contro le discriminazioni omotransfobiche. Questi ragazzi, a cui va la mia totale vicinanza e quella di Italia Viva, vanno tutelati da una legge giusta ed efficace, che punisca gli odiatori e faccia da deterrente contro questi ed altri tipi di violenze. Una riflessione però va fatta su un clima di odio generale che preoccupa: gli haters sono attivi ovunque , per questo chiedo ancora una volta di abbassare i muri e smetterla di ragionare secondo pericolosi integralismi contrapposti che infuocano lo scontro. Solo così possiamo pervenire ad una soluzione utile prima di tutto a chi vive sulla propria pelle le discriminazioni».
Per la capogruppo di Forza Italia, infine, «l’aggressione alla coppia gay a Palermo da parte di una babygang di cui facevano parte anche due ragazzine conferma purtroppo quanto ignoranza, incultura e intolleranza trovino spazio anche nei giovanissimi. Bisogna spezzare la catena dell’odio che si alimenta sui social e nutre la malapianta della discriminazione. L’omotransfobia va combattuta con ogni mezzo: non basterà solo una legge a sradicarla dalla società, perché servirà soprattutto uno sforzo forte e unitario di educazione alla tolleranza. Ma una legge è assolutamente necessaria, perché il Parlamento non può restare inerte di fronte a questa inaccettabile deriva di inciviltà».
Le ha fatto eco la senatrice azzurra Barbara Masini, che ha twittato: «Giovanissimi già con l’anima morta dentro aggrediscono coppia perché si teneva per mano. Ma per qualcuno l’omofobia non esiste, anzi esiste il pericolo di mancanza di libertà di espressione e si rischia l’eterofobia. Ecco due delle balle grosse sul ddl Zan».
#Palermo Giovanissimi già con l’anima morta dentro aggrediscono coppia #gay perché si teneva per mano. Ma per qualcuno l’#omofobia non esiste, anzi esiste il pericolo di mancanza di libertà di espressione e si rischia l’eterofobia. Ecco due delle balle grosse sul #DDLZan #LGBTQ
— Barbara Masini (@BarbaraMasini_) May 30, 2021