Il 5 giugno 1981 moriva in ospedale a Palermo, dopo lunga agonia, il 27enne Andrea Lucchese, colpito a bastonate, il 31 maggio, presso il porto da quattro giovani, cui aveva chiesto un passaggio, e poi abbandonato ai bordi di una strada. Il giovane, che la stampa dell’epoca indicò come “travestito” e “prostituto”, era stato soccorso da un passante e da questi condotto in pronto soccorso, dove gli fu diagnosticato un trauma cranico.
All’indomani del decesso, verificatosi a pochi mesi dal più noto delitto di Giarre, si tenne nel popolare quartiere Ballarò, dove Andrea viveva, una manifestazione di volantinaggio con interventi di Giuseppe Di Salvo e Piero Montana, fondatori del Fuori! di Palermo. A prendere la parola, tra gli altri, anche Massimo Milani, componente della neonata Arci-Gay, nome sotto il quale, il 22 maggio precedente, gli aderenti al Collettivo omosessuale dell’Arci, istituito il 9 dicembre 1980 alla presenza di don Marco Bisceglia, si erano formalmente costituiti in associazione presso lo studio notarile Marsala.
Fu dunque quella di Ballarò la prima manifestazione pubblica di Arci-Gay, cui quattro giorni dopo, sempre in connessione col delitto Lucchese, seguì un happening di fronte al teatro Politeama. Inscenato da Nino Gennaro e co-organizzato da Teatro Madre, Arci-Gay e Fuori!, esso vide i manifestanti con cartelli attaccati alle spalle e recanti le scritte: Spizzicato (frocio, ndr) tu non sei un uomo, Arruso (frocio, ndr) tu non sei un uomo, Travestito tu non sei un uomo.
«Steso a terra – secondo il racconto di Franco Lo Vecchio riportato nel libro Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento Lgbt+ in Italia (edito per Rizzoli, uscirà il prossimo 22 giugno) – «coperto da un lenzuolo bianco, a simulare un cadavere, vi è un ragazzo di Teatro Madre. Sopra il lenzuolo è deposta una rosa rossa».
Il nome di Andrea Lucchese, come quello dei due “ziti” (fidanzati, ndr) di Giarre, Giorgio Agatino e Toni Galatola, sarebbe stato ricordato di lì a poco, il 28 giugno, nella Festa dell’orgoglio omosessuale a Villa Giulia, che, co-organizzata da Arci-Gay, Cotì (collettivo trapanese), Fuori! e Teatro Madre, avrebbe avuto una eco tale da attirare l’interesse dei media nazionali.