Maschile singolare, con regia di Alessandro Guida e Matteo Pilati, visibile sulla piattaforma Amazon Prime, è un film gay italiano che si può definire neorealista. Certo, può appartenere più a una fase di neorealismo sentimentale che a Ladri di biciclette. Ma resta comunque un lavoro con forte rapporto alla realtà delle relazioni dei giovani gay nel nostro paese, senza che su di esse sia spalmata la patina di adeguamento forzoso allo schema normalità-amore-monogamia. Si è anche altro, e questa alterità non è perversa, è vitale.
Maschile singolare è la storia della separazione tra Antonio (Giancarlo Commare) e Lorenzo (Carlo Calderone), due ragazzi uniti civilmente. La telecamera indugia spesso sugli anelli, indossati e tolti, comunque punto centrale e simbolico di un percorso di vita comune prima intenso, poi scemante, come accade a molte coppie di ogni orientamento sessuale. Le famiglie di origine non accettano la crisi. «Vi siete messi contro quando ci siamo sposati e ora lo fate perché ci separiamo?», grida Lorenzo alla sorella, in una delle battute più acute del film.
Antonio sarà lasciato per una storia effimera e vivrà una descensio ad inferos, che sarà poi, come sempre accade nei romanzi di formazione, un incontro con se stesso. E con gli altri. Le relazioni veloci su Grindr non sono più un tabù visivo, finalmente, come non lo sono i rapporti sessuali esplicitati quasi come in Queer as folk (1999), tra passione culinaria e succoso ménage a tre.
Non si mostra più il solo lato normato: Denis (Eduardo Valdarnini), l’amico che affitterà a Lorenzo una camera, ascolta l’opera, veste kimoni, si fa fare foto erotiche, usa droghe, è promiscuo e forse anche sex worker. Unico lato normato: venera Maria de Filippi. Questo “amico di Maria” sarà il favoloso Virginio di Lorenzo nelle notti romane, aiutandolo a superare la crisi amorosa e a trovare un lavoro e forse una vocazione per la pasticceria. Non risulta quindi reale il fatto che in una vita più disinibita e meno soggetta alle griglie delle aspettative matrimoniali non ci sia spazio per sentimenti, amicizie e anche nuove possibilità di innamoramenti futuri. La realtà senza infingimenti può riservare sorprese, e certo le vite anche gay non restano prigioniere di semplicistiche dicotomie come quella tra monogamia e promiscuità, tra sesso ed amore. Il maschile singolare può essere maschile plurale.
Pur con qualche debolezza di dialogo e trama, con figure femminili stereotipate e una madre improbabile, Maschile singolare indica una via interessante per una rappresentazione meno moralistica o favolistica e più vitale delle vite gay, e speriamo presto anche lesbiche, nei film prodotti in Italia.