Stupore ed entusiasmo sono i sentimenti che hanno suscitato nelle numerose persone partecipanti al Pride di Roma il Cristo arcobaleno, interpretato da Andrea Maccarrone, e la successiva Pietà, cui ha preso parte nei panni di Maria la presidente del Mit Porpora Marcasciano.
L’attivista per i diritti umani ed ex presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ne spiega così le ragioni a Gaynews: «La mia partecipazione al Pride in veste di Gesù Arcobaleno è stata una colorata e pacifica risposta ai reiterati tentativi di ingerenza del Vaticano in tema di diritti delle persone Lgbt+. Volevo solo riaffermare la dimensione rivoluzionaria di Gesù, di colui che andava oltre i farisaici pregiudizi, che accoglieva le prostitute, che diceva: Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Se fosse vissuto oggi, sarebbe stato in piazza con noi a festeggiare la gioia di vivere, la libertà, le differenze. Ma il Cristo era anche colui che diceva: Date a Cesare quel che è di Cesare, intendendo così lasciare la gestione del governo alla politica e le questioni spirituali alla religione».
Secondo Maccarrone, «se le gerarchie religiose rinunciassero alla bramosia di potere e di controllo della società, vivremmo in un mondo decisamente migliore. Qui non si tratta solo di ddl Zan ma di qualità della nostra democrazia. Come ha ribadito il presidente Draghi, vogliamo vivere in uno Stato laico in cui le leggi siano fatte dalle e dai rappresentanti elette e eletti in parlamento e non da un clero ingerente su tutto».
Com’era prevedibile la manifestazione simbolica di protesta sta suscitando opposte reazioni. Tra le prime a esprimere indignazione la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che su Facebook ha scritto: «Leggo che il corteo del Roma Pride è aperto da un ragazzo travestito da ‘Cristo Lgbt’, con stimmate colorate e bandiera arcobaleno. Per quanto mi interroghi, non riesco a trovare una risposta a questa domanda: che bisogno c’è di mancare di rispetto a milioni di fedeli per sostenere le proprie tesi? E aggiungo: come si concilia la lotta alle discriminazioni, alla violenza e all’odio con i cori di insulti e minacce contro chi non è d’accordo con il ddl Zan? Se sei convinto delle tue idee e delle tue posizioni, non hai bisogno di insultare nessuno. Io la penso così. Qualcun altro evidentemente no».
Alla deputata di centrodestra, amica di Bannon e Orbán, Maccarrone ha così replicato attraverso il nostro giornale: «A Meloni faccio solo osservare che, mentre sulla legge Zan si dice preoccupata per la libertà di espressione, trova invece sempre modo di provare a censurare le espressioni di libertà altrui, come quando mi querelò per aver definito alcune sue affermazioni razziste o per il modo in cui scegliamo di scendere in piazza nei nostri Pride. Se ne faccia una ragione: la nostra libertà non è a sua disposizione. Libertà di espressione e libertà di diffondere odio, violenza e pregiudizi non sono la stessa cosa. Aggiungo infine che gli insulti di cui scrive Meloni su Fb sono solo nella sua mente».
In tarda serata è scesa in campo accanto ad Andrea Maccarrone la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino, che ha twittato: «In che modo Gesù vestito dei colori dell’arcobaleno al Roma Pride sarebbe un insulto? È Giorgia Meloni che con questa affermazione ha offeso il popolo Lgbti e, a mio avviso, l’Italia tutta. Tenga la sua omotransfobia per sé e la smetta di tediarci con la sua falsa coscienza».
In che modo Gesù vestito dei colori dell’arcobaleno al #Romapride sarebbe un insulto? È @GiorgiaMeloni che con questa affermazione ha offeso il popolo #LGBTI e, a mio avviso, l’Italia tutta. Tenga la sua #omotransfobia per sé e la smetta di tediarci con la sua falsa coscienza.
— Alessandra Maiorino (@MaiorinoM5S) June 26, 2021