Rumore. Alziamo la voce! È questo lo slogan del Catania Pride 2021, che, ispirato sia al celebre brano di Raffaella Carrà sia al rinnovato bisogno di gridare insieme l’urgenza dei diritti delle persone Lgbt+, mai così compressi a livello mondiale come nei perduranti tempi di Covid, ne scandirà gli eventi previsti dall’1 al 5 settembre presso il bar letterario Gammazita a pochi passi dal Castello Ursino.
Momento saliente sarà quello della parata, che avrà luogo nel tardo pomeriggio del 4. «Quasi sicuramente – spiega a Gaynews Giovanni Caloggero, consigliere nazionale di Arcigay – sarà un Pride statico, ma stiamo lavorando per portarlo in una location suggestiva e significativa. Sarà presente con noi il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni».
Per Armando Caravini, presidente di Arcigay Catania, «il Pride è l’argine più forte e bello contro ogni discriminazione. Motivo per cui, ormai da tempo, vede la partecipazione di chiunque abbia a cuore oltre alle istanze Lgbt+ quelle di una società più equa, antirazzista, antifascista, contraria alla misoginia e all’abilismo. Difendere i diritti delle persone lgbt+ significa prendere posizione su ognuna di queste cose».
Per la realizzazione della cinque giorni il comitato organizzatore ha anche lanciato una raccolta fondi, il cui 30% in spirito solidaristico sarà devoluto al progetto Atlante dell’odio. Ideato da Jakub Kawron e da altri tre attivisti Lgbt+ polacchi, è una mappa interattiva su cui sono state pubblicate le risoluzioni degli oltre cento comuni o voidovati dichiaratisi “zone libere da Lgbt”. Ma l’Atlante dell’odio ha già suscitato l’ira di tanti amministratori locali in Polonia, che hanno intentato cause risarcitorie contro i quattro attivisti. «Pride – rammenta sempre Caravini – significa anche scendere in piazza per chi non ha l’opportunità di farlo e di esprimere liberamente la propria identità».
Ma il 2021 vede altre novità per il Catania Pride 2021: tra le associazioni capofila nel promuovere quest’anno la manifestazione dell’orgoglio Lgbt+ ci sarà infatti, accanto ad Arcigay, anche Famiglie Arcobaleno. Secondo la referente regionale Egle Doria «sostenere il Pride è rendere visibili le famiglie arcobaleno, che in Sicilia sono sempre più numerose e manifestare la nostra continua battaglia per la rivendicazione dei diritti dei nostri figli, affinché vengano riconosciuti alla nascita da entrambi i genitori che li hanno voluti e che li crescono nell’amore. Che ogni famiglia possa vivere di sogni e di realtà come tutti in questo mondo. Perché noi ci siamo e siamo famiglia».
L’oggi non sarebbe però pienamente perspicuo se disancorato dalla memoria. Quello di quest’anno sarà infatti il XVII Catania Pride: dopo il primo tenutosi nel 1993 e altre due edizioni nei primi anni 2000, esso ha assunto carattere annuale a partire dal 2007 e non ha conosciuto interruzione di sorta, eccezion fatta per il 2020 a causa della grave situazione sanitaria.
«Il Catania Pride – racconta ancora a Gaynews Giovanni Caloggero – ha una storia molto ricca e politicamente assai significativa con tematiche di volta in volta mirate a toccare gli aspetti più salienti del nostro universo mondo. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, mi piace ricordare il PrideInPlus, interamente dedicato alle persone Hiv+ e realizzato in compartecipazione con l’Associazione Plus Lgbt, il Pride invernale con Franco Grillini, sempre nel 2013, per sollecitare il Comune alla istituzione del registro delle unioni civili, il Pride di San Berillo dedicato alle persone transgender».
Poi il fermo del 2020. Per questo, continua Caloggero, «si è deciso di restituire alla città il suo Pride quest’anno il 4 settembre. Un Pride che toccherà molti punti: dalla situazione del dd Zan all’ingerenza vaticana nelle questioni civili, dalla salute al lavoro, dal contrasto all’abilismo alla lotta alle mafie espressioni di una non-cultura negatrice di diritti e libertà, fino al no incondizionato alle guerre nel ricordo di Gino Strada. Tutto nel quadro della più ampia intersezionalità. Vogliamo insomma fare rumore, in ciò ispirati dalla mitica Raffaella, recentemente scomparsa. Un rumore che porti le nostre voci, anzi alzi le voci sulle tante discriminazioni e problematicità acuite ed evidenziate dalla corrente pandemia».