Victoria De Angelis è la ventunenne romana bassista dei Måneskin, la band più acclamata in Italia e in Europa dopo la vittoria a Sanremo e all’Eurovision Song Contest. Una rock band molto anticonformista, nella tradizione che va dai Ramones agli Stooges di Iggy Pop, leggendario amico di David Bowie negli anni di Berlino Ovest. Proprio con Iggy Pop i Måneskin duettano nel loro ultimo singolo, I wanna be your slave. «Parliamo di schiavo e di master in un brano sulla sessualità che ci sembra inutile racchiudere in scompartimenti stagni», ha dichiarato Damiano, il frontman della band.
Il video, in effetti, è dirompente, soprattutto pensando che questa band viene dall’italia, ovvero da un paese dove il dibattito sulla sessualità è inquinato da bigottismo, moralismi e neofondamentalismi tossici. In questo contesto creativo di liberazione, il nichilismo postpunk dei Måneskin manda messaggi paradossalmente positivi. La libertà e l’espressione dei potenziali soggettivi passano anche attraverso la dissoluzione dei falsi valori su cui si basa il gioco dell’eterosessualità obbligatoria, attraverso ruoli sessuali e sociali ridotti a mascherata s/m e fetish come nel video di I wanna be your slave. Non a caso nelle pratiche di dominio e sottomissione e feticismo il sesso genitale è sullo sfondo, non partecipa all’azione. Si potrebbe dire che alla sessualità genitale si sostituisce una forma di rapporto geniale con i corpi? Tutto è da reinventare, anche l’amore.
Questa via, tornando a Victoria De Angelis, sembra la stessa da lei percorsa con il coming out da bisessuale già espresso qualche mese fa e ora con le sue foto con la sua ragazza, “paparazzate” dalla rivista Diva e Donna. A questo proposito, la senatrice Barbara Masini di Forza Italia, fresca lei stessa di un coming out in aula del Senato, dove ha parlato di libertà dalla paura (la freedom from fear tanto cara ad Eleanor Roosevelt) ha rilasciato una dichiarazione: «Victoria parla di chance di essere chi si desidera essere oltre le limitazioni che imponiamo a noi stessi. Sono parole dense di significato, che illuminano l’incongruenza e l’ingiustizia di una società che costringe l’individuo a plasmare sé stesso per uscire da gabbie morali create dalla società e non dalla natura. Sono gabbie destinate a essere distrutte, grazie al coraggio di molti che mettono la propria vita sul campo di battaglia, come questa artista grandiosa».
Victoria ha ora uno spazio mediatico di visibilità che non è sempre dato a ragazze dalla sessualità non conformista, nel nostro paese. La speranza, fondata, è che sappia utilizzarlo in pieno stile Måneskin.