Una candidatura significativa e rappresentativa non solo della comunità Lgbt+ quella del romano Mauro Cioffari a consigliere del Municipio I della capitale nella lista di Sinistra Civica Ecologista. Classe 1970, pacifista, animalista, militante per i diritti civili, attivista del movimento Lgbt+, formatore Agedo, Cioffari è di fede valdese e dal 2016 unito civilmente con Davide Conte. Impiegato nell’azienda dei trasporti pubblici della capitale, è stato già capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà dal 2013 al 2016.
L’abbiamo raggiunto telefonicamente per saperne qualcosa di più della sua partecipazione alle amministrative della capitale, che si terranno il 3 e il 4 ottobre.
Mauro, che cosa ha spinto un gay dichiarato e un attivista Lgbt+ di vecchio corso a candidarsi alle prossime amministrative della capitale?
Faccio politica da quando, nel 1986, insieme ad alcuni compagni di liceo: mi iscrissi alla Fgci (Federazione giovanile comunisti italiani). A 18 anni, nel 1988, dopo un percorso di accettazione, di comprensione e di valorizzazione della mia identità, feci coming out in famiglia dichiarando la mia omosessualità ai miei genitori. La loro preoccupazione, in una società eteropatriarcale, sessista, e omofoba era la mia felicità e la mia realizzazione. Decisi, quindi, che il mio processo di “emancipazione” e di “liberazione” non era concluso, ma era appena cominciato e doveva necessariamente intrecciarsi con il percorso di tanti altri. Mi iscrissi al Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli e ad Arcigay Roma, partecipando, dal 1994 in poi, a tutti i Pride a Roma (e non solo) e contribuendo, spesso, alla loro organizzazione. Sono stato tra i primi collaboratori, a Roma, di Notizie Omosessuali Italiane, quotidiano telematico fondato nel 1998 dall’amico Franco Grillini. Nel corso degli anni ho approfondito l’argomento discutendo una tesi di laurea, in filosofia e pedagogia, su L’educazione alla sessualità nella scuola. Il modello eterosessuale ed il disagio degli adolescenti omosessuali, arrivando ad affrontare il tema del suicidio giovanile.
Ho sempre cercato di conciliare la militanza nel movimento Lgbt+ con l’impegno nella politica attiva nella sinistra facendo della “questione omosessuale” un valore aggiunto e mai l’unica causa del mio impegno politico. Non sono certamente alla prima esperienza elettorale. Ho considerato sempre la mia omosessualità un accadimento. Non mi ritengo, pertanto, un candidato gay. Sono un ambientalista, un pacifista, un antiproibizionista, un sostenitore dello ius soli e dell’uguaglianza di tutti i cittadini, un animalista convinto, un uomo di sinistra. Ho accettato la candidatura nella lista di Sinistra Civica Ecologista, per il rinnovo del Consiglio del Municipio Roma I centro, perché credo di poter dare un contributo alla realizzazione del progetto di cambiamento che proponiamo alle cittadine e ai cittadini.
Perché la scelta della Lista Sinistra Civica Ecologista, che sappiamo essere una delle sei esterne al Pd che sostengono Roberto Gualtieri a sindaco di Roma?
A luglio abbiamo dato vita, a Roma, ad una lista ecosocialista in cui si uniscono diversi percorsi sociali, culturali e politici della città. Sinistra Civica Ecologista si presenta come la lista dei diritti sociali e dei diritti civili, della transizione ecologica, della cura del territorio, della città femminista, degli spazi sociali, delle scuole sempre aperte, della sanità e dei trasporti pubblici, dei diritti degli animali, del diritto all’abitare e della dignità del lavoro. Siamo consapevoli della necessità di dover ripartire dai diritti degli ultimi. Tra i promotori ci sono esperienze civiche e di movimento come Liberare Roma e Sinistra per Roma, e forze politiche come Sinistra Italiana, Articolo Uno, Partito socialista italiano, È Viva. In questo contesto ho dato la mia disponibilità ad essere candidato, insieme a Luana Di Molfetta (si possono esprimere due preferenze distinte per genere), come consigliere municipale, nella lista di Sinistra Civica Ecologista al Municipio I, mettendo la mia esperienza e la mia passione, ancora una volta, al servizio di una città accogliente, inclusiva e multiculturale dove le differenze siano una ricchezza e una risorsa.
Abbiamo detto che sei candidato al seggio di consigliere nel Municipio I, che è quello in cui esiste una sorta di dominato ecclesiastico. Credi che ciò possa costituire una difficoltà?
L’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana, sancisce che «lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». L’articolo 54, inoltre, stabilisce che «tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Fatte queste premesse ritengo che la presenza nel territorio del nuovo Municipio Roma I centro (nato nel 2013 dall’accorpamento dell’ex Muncipio I con l’ex Municipio XVII) dello Stato del Vaticano rappresenti, per chi si candida a governare questo territorio, una sfida più che un problema o una difficoltà. Il problema, dal mio punto di vista, non sono le ingerenze culturali delle gerarchie vaticane sulla politica italiana. La mia esperienza di fede valdese e il mio approccio alla politica istituzionale come rappresentanza dei bisogni delle cittadine e dei cittadini hanno sempre ispirato le mie azioni. L’importante è saper distinguere e tenere separate, in questo ambito, la sfera privata dalla sfera pubblica. Il problema, pertanto, nasce quando chi si candida al governo della cosa pubblica confonde, per interesse elettorale, i due piani, abdicando al suo ruolo.
Andiamo al programma elettorale: quali sono i punti cardine su cui insisterai nella campagna oramai iniziata?
Partecipazione, inclusione e diritti sono le parole chiave del mio programma. La premessa, tuttavia, resta il decentramento amministrativo e una legge per Roma capitale, che dia autonomia, poteri e fondi e che riconosca competenze dirette ai municipi. Governare il primo Municipio, che ospita una parte importante del Patrimonio dell’umanità, vuol dire dare risposte ai bisogni delle cittadine e dei cittadini residenti, ma anche ascoltare ed accogliere le migliaia di persone, non residenti, che ogni giorno, per lavoro, per turismo, per studio, o per altri motivi, si riversano su questo territorio.
La promozione e lo sviluppo della cultura rendono indispensabile la collaborazione tra Mibac, Regione Lazio, Roma capitale e Municipio I. I progetti messi in campo da questi enti devono prevedere necessariamente il coinvolgimento dell’ente di prossimità. Il Municipio dovrà sviluppare, ancora di più, relazioni con le realtà teatrali, musicali (scuole di musica, ecc.), cinematografiche, artistiche (artisti di strada, ecc.) e culturali (librerie, ecc.) presenti sul territorio per la programmazione condivisa e la creazione di eventi mettendo a disposizione nuovi spazi per la promozione e realizzazione degli stessi. Condividendo e promuovendo le buone pratiche e coinvolgendo gli operatori del settore. Nel primo Municipio ci sono beni comunali abbandonati, degradati o fatiscenti, per i quali sarà necessario un piano di riuso per destinare questi luoghi a spazi culturali, sociali e a nuove funzioni. Caserme, uffici dismessi e altri immobili pubblici possono tornare a nuova vita sia con progetti di quartiere che con grandi programmi cittadini.
Negli ultimi anni Roma ha vissuto una profonda crisi economica con la chiusura di numerose aziende. Tra gli obiettivi da raggiungere, invertendo la tendenza degli ultimi decenni che hanno visto il centro storico come area prevalentemente dedicata allo shopping, al turismo di massa e alla ristorazione, ritengo prioritario il ripristino del tessuto economico tradizionale fatto di esercizi commerciali di vicinato, di aziende a conduzione familiare, di botteghe storiche, di artigianato.
È poi necessario promuovere lo sviluppo di centri sportivi municipali individuando anche, dove necessario, modalità di cooperazione, in convenzione, con strutture private già esistenti nonché strutture dismesse da riconvertire in strutture da dedicare allo sport.
Il tema della legalità viene agitato, soprattutto dalle destre, per parlare alla pancia degli elettori, fomentando paure e pregiudizi. L’immigrazione da problema sociale può diventare risorsa culturale e sociale. Il Municipio I dovrà rinnovare l’adesione all’Associazione Avviso pubblico – enti locali contro le mafie, ribadendo, in ogni sua attività, i principi della Carta di Pisa, destinata agli enti e alle amministrazioni locali che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione, in particolare contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa, vero cancro sociale. Il problema, infatti, non è l’immigrazione. È la mafia che sfrutta, attraverso i suoi canali, la disperazione delle popolazioni migranti e delle fasce più deboli della popolazione.
Nel primo Municipio andranno intensificate le attività di aggregazione e di promozione sociale volte al rispetto degli animali ed alla rivendicazione dei loro diritti in quanto esseri senzienti. È necessario, a tal proposito, farsi promotori e sviluppare progetti e iniziative di tipo formativo ed informativo, in collaborazione con le associazioni animaliste e con gli uffici comunali.
In ambito di diritti delle persone Lgbti+ cosa ti proponi di fare?
Come primo atto, se eletto, presenterò una mozione in Consiglio municipale affinché venga rinnovata l’adesione alla Rete nazionale delle Pubbliche ammministrazioni antidiscriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. Metto a disposizione le mie competenze e le mie esperienze: il ruolo di formatore Agedo e le iniziative di informazione e sensibilizzazione organizzate nelle scuole, nei centri sociali anziani, con i dipendenti di Roma capitale; l’impegno nel contrastare la sierofobia e lo stigma di cui sono vittime le persone sieropositive e siero coinvolte; la gestione del corso informativo ed esperienziale Il valore delle differenze rivolto ai dipendenti Atac e organizzato, in accordo con la direzione del Personale e con il diversity managment, per contrastare fenomeni di omolesbobitransfobia all’interno dell’azienda e tanto altro. Attraverso interventi in ambito scolastico, territoriale, culturale e di formazione dovranno essere attivate, in collaborazione con le scuole, i centri anziani, le biblioteche comunali e le associazioni azioni positive di inclusione, di valorizzazione delle differenze e di contrasto ad ogni forma di discriminazione motivata da differenze culturali, religiose, di genere, di orientamento sessuale, di identità di genere, di età, di condizione sociale, di stato sierologico, di salute, ecc. Proporrò di riprendere i corsi formativi ed informativi, dedicati ai dipendenti di Roma capitale e delle aziende municipalizzate, di contrato all’omolesbobitransfobia e di promozione di inclusione e multiculturalità nei luoghi di lavoro.
Credi che Gualtieri possa essere un sindaco attento alle istanze civili?
Nel programma del nostro candidato sindaco, nato dal confronto e dall’incontro con i cittadini e le cittadine, con le associazioni, con i movimenti, con i partiti e le liste di centrosinistra che sostengono la sua candidatura è presente il capitolo La città aperta: la città di tutte e di tutti. La stessa attenzione è stata data, nella redazione del suo programma, da Lorenza Bonaccorsi, candidata del centrosinistra alla presidenza del Municipio Roma I centro. Gualtieri e Bonaccorsi, per attuare al meglio i loro programmi, avranno bisogno di una squadra di assessori, di consiglieri comunali e municipali preparati, attenti e sensibili a queste tematiche. Leggete bene le loro biografie.