«Una location suggestiva e significativa». Così Giovanni Caloggero, consigliere nazionale di Arcigay, aveva preannunciato già il 16 agosto a Gaynews la modalità statica del XVII Catania Pride, che non poteva essere altrimenti in una Sicilia diventata dal 30 agosto zona gialla a causa della risalita del numero di ricoveri per Covid-19. E la location, come promesso, è stata davvero suggestiva e significativa con il lungomare di Ognina pedonalizzato per oltre due chilometri e mezzo (per evitare assembramenti) tra piazza Europa e piazza Mancini Battaglia.
Musica, striscioni, bandiere di associazioni, partiti e sindacati, mescolate a quelle rainbow, hanno soprattutto caratterizzato piazza Nettuno, dove dalle 17 alle 21 si sono succeduti i vari discorsi: da Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, a Egle Doria, attrice e referente di Famiglie Arcobaleno per la Sicilia, da Armando Caravini, presidente di Arcigay Catania, allo stesso Giovanni Caloggero, solo per citarne alcuni.
A scaldare gli animi l’attore Dario De Felice, che ha coordinato gli interventi sul palco e che ha voluto ricordare le attiviste e gli attivisti impegnati dal 1993 in poi nella realizzazione dei Pride catanesi e scomparsi negli anni. Oltre all’approvazione del ddl Zan – Caravini ha fra l’altro sottolineato l’urgenza del superamento di una «società con cittadini e diritti di serie A e B» – non sono mancati i riferimenti alla drammatica situazione della popolazione afghana e il ricordo di Maria Grazia Cutuli, Gino Strada e Raffaella Carrà, il cui celebre brano Rumore è stato anche lo slogan del XVII Catania Pride.
GALLERY
In piazza Nettuno presente inoltre un camper con personale medico per informazioni sul Covid-19 e somministrazione di vaccini. Decisa in accordo con Arcigay Catania al fine di rispondere alla necessità di immunizzazione della popolazione e rientrante nell’ambito delle attività di prossimità volute dalla presidenza della Regione Siciliana, l’iniziativa è stata realizzata dall’Ufficio commissariale per l’emergenza Covid del capoluogo etneo.
A margine del Pride catanese, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, si è registrata la polemica sollevata dalla locale Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), che in un post su Facebook ha scritto: «Incredibile. Noi siamo quasi arancioni, combattiamo per restare aperti e poi succede tutto questo. Impossibile ma vero. A questo non vogliamo mai più chiudere di qualsiasi colori saremo in Sicilia e le discoteche rimangono chiuseeeee. Ingiustizie». Non si è fatto attendere il commento di Giovanni Caloggero, che sempre via social ha osservato: «Ecco un esempio di ignoranza ma di quella proprio bella grossa. Si vergogni la Fipe per simili becere e ignoranti affermazioni. Perché si sappia».