Si è detto «felice come un bambino» Alessandro Zan nel postare ieri sui social una sua foto con la prima copia del libro Senza paura. La nostra battaglia contro l’odio (Piemme, pp. 160, € 16), che sarà nelle librerie a partire dal 14 settembre.
Di questa autobiografia, dove aspetti intimi s’intrecciano al racconto dell’iter del ddl contro omotransfobia, misoginia e abilismo di cui il deputato padovano è stato relatore alla Camera, è comparsa in contemporanea qualche anticipazione su Il Fatto Quotidiano e su La Repubblica. Anticipazione che, come prevedibile, ha sollevato una polemica non ancora scemata, dato il tenore delle parole: «Oggi tra Camera e Senato, ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io. È statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia. In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo».
C’è chi come Giancarlo Loquenzi, giornalista serissimo peraltro dichiaratamente omosessuale, che ha twittato: «Non ho capito: uno non può essere f….o e contrario al ddl Zan?». Mentre la maggior parte delle critiche contro il deputato del Pd si è appuntata sul presunto outing nei riguardi dell’anonimo omologo del Carroccio con pari levata di scudi a difesa del “padrino” del disegno di legge.
Non ho capito: uno non può essere f….o e contrario al ddl Zan ? pic.twitter.com/V5CCsQCn3e
— giancarlo loquenzi (@gloquenzi) September 6, 2021
Su tale rilievo è intervenuto lo stesso Zan dichiarando a Giovanna Casadio de La Repubblica: «Non ho fatto nomi e non li farò. Ho voluto solo indicare l’ipocrisia, l’episodio è cartina di tornasole di ipocrisia e del fatto che, a destra, si viva nascosti».