Andrà per la prima volta in onda il 21 settembre, sul canale tedesco ARTE, il reportage che la regista Giulia Ottaviano ha girato negli scorsi mesi su Loredana Rossi, fondatrice e attuale vicepresidente di Atn – Associazione Transessuale Napoli. Intitolato Schutzengel der Transfrauen. Loredanas Aufstand gegen den Hass (L’angelo custode delle donne trans. La rivolta di Loredana contro l’odio, ndr), il documentario di 45 minuti sarà trasmesso l’indomani sul canale francese della prestigiosa rete televisiva franco-tedesca sotto il nome di Transphobie. Loredana et son combat pour les femminielli (Transfobia. Loredana e la sua battaglia per i femminielli, ndr).
Quasi a voler indicare nel duplice titolo la missione della sessantenne attivista a favore delle donne trans (quella di Napoli è una delle comunità transgender più grandi al mondo) e dei femminielli, che nel reportage trovano spazio attraverso la partecipazione de La Tarantina. Realtà collettiva, quella dei femminielli («uomini che vivono e sentono come donne» secondo la fortunata definizione di Eugenio Zito), che, propria del milieu partenopeo e delle zone limitrofe, è quanto mai antica e in via d’estinzione. E che, solo adottando categorie attuali, può essere accostata in senso lato all’universo del transgenderismo.
Attraverso interviste e riprese affascinanti Giulia Ottaviano presenta la vita di Loredana come quella di una persona tenace e volitiva, che ha combattuto per essere riconosciuta come donna e che, come persona trans, ha sperimentato sulla sua pelle cosa significhino stigma ed esclusione. Costretta per 21 anni alla prostituzione di strada in anni in cui era quella l’unica possibilità di sopravvivenza per una donna trans, Loredana è diventata da tempo “l’angelo custode” per tante di loro attraverso consulenze presso lo sportello di Atn o assistenza notturna a chi non ha altra opportunità lavorativa all’infuori del marciapiede.
E c’è poi tutto l’impegno politico di Loredana perché cessi la spirale di odio, violenza, discriminazione verso le persone trans e Lgb+. A remare contro, secondo la presidente di Atn, populisti di destra e Vaticano, soprattutto nell’avversione al disegno di legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo. Da qui la necessità di scendere piazza, perché «non può essere che diventiamo vittime di violenza a causa del nostro genere o del nostro orientamento sessuale. Basta!».