Un Vincenzo Spadafora visibilmente commosso quello che, ospite di Fazio a Che tempo che fa, ha fatto coming out poco prima delle 21. Presentando la sua autobiografia Senza riserve. In politica e nella vita che, edita per i tipi Solferino, sarà nelle librerie a partire dall’11 novembre, il deputato pentastellato ed ex sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità ha spiegato con toni semplici e conquidenti che cosa l’abbia spinto a scrivere della sua omosessualità.
«Ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e innanzitutto rispettarsi. Poi ci sono due motivazioni che mi hanno spinto a parlare del mio orientamento sessuale, una è molto politica: questo è un modo per me per testimoniare il mio impegno politico. Per coloro che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne abbia io grazie al mio ruolo. Ma anche ad una testimonianza di tipo religioso. Io nel libro scrivo, sono cattolico e credo molto nella propria fede. Le due cose potrebbero sembrare in contraddizione ma non lo sono affatto».
Spadafora ha quindi aggiunto: «Lo ha spiegato nel suo piccolo anche il mio padre spirituale di cui parlo, padre Ottavio, quanto l’amore per tutti, gay e etero che siano, vada veramente al di sopra di tutto nella misericordia di Dio. In politica questo tema viene ancora utilizzato per ferire l’avversario politico, per quel brusio di fondo, anche molto squallido, che ho subito anche io. Io stasera volevo spegnere questo brusio, sapendo che io resto l’uomo che sono, con tutto il percorso personale e complicato che ognuno di noi fa nella sua vita, per qualunque motivo e per il quale dobbiamo avere molto rispetto. Io spero da domani di essere considerato per quello che faccio, per come lo faccio, lo stesso uomo di sempre quale sono per la mia famiglia e per i miei amici. Forse domani sarò solo un po’ più felice perché sarò anche più libero».