Ieri 20 novembre, in occasione del Transgender Day of Remembrance (TDoR), data in cui la comunità trans ricorda le sue vittime, si è tenuta a Roma la Trans Freedom March.
La manifestazione ideata e promossa da Sandeh Veet e da Sunderam Identità Transgender nel 2014, dopo essere stata realizzata già a Roma nel 2019, è tornata anche quest’anno con un’importante organizzazione (Associazione Libellula OdV, Associazione Consultorio Transgenere, ATN – Associazione Transessuale Napoli, Azione Trans, Gender X, MIT – Movimento Identità Trans, Sunderam Identità Transgender Torino, T-Genus, CEST), che ha visto partecipare centinaia di persone.
Durante il corteo sono state lette diverse storie di persone trans uccise nel mondo dall’1 ottobre 2020 al 30 settembre 2021. Secondo il report di Tgeu le vittime sono state 375 e l’Italia si è attestata al terzo posto dopo la Francia. Anche se, stando al conteggio fatto dal sito Translivesmatter per lo stesso periodo di riferimento, il nostro Paese con cinque casi censiti sarebbe al secondo posto. La marcia, che è partita alle 17 da piazza della Repubblica, si è conclusa in piazza Vittorio. Oltre all’originario carattere commemorativo, la manifestazione ha assunto quest’anno anche un forte valore politico dopo l’affossamento del ddl Zan al Senato e i precedenti attacchi all’identità di genere.
«Al centro dell’opposizione – così nel comunicato ufficiale delle associazioni – a una legge di civiltà, richiesta dall’Unione Europea (Risoluzione PACE 2048) e ormai presente nella legislazione di ogni paese membro, è l’identità di genere, concetto riportato nella convenzione di Istanbul (art.4), nei principi di Yogyakarta, nella stessa legislatura europea e italiana. Queste parole sono state distorte da alcuni gruppi di odio che vogliono mantenere i loro privilegi a discapito dei diritti di tutte e di tutti. L’identità di genere è una realtà vissuta e incarnata dalle persone trans e presente nell’ordinamento legislativo italiano. Non è un concetto teorico-accademico o inventato ad uso e consumo di un disegno di legge».
Oltre agli interventi di rappresentanti delle associazioni trans, tra cui per citarne alcuni quelli di Porpora Marcasciano, Cristina Leo, Regina Satariano, Loredana Rossi, Samantha Trapanotto, ci sono stati i discorsi del deputato Alessandro Zan (Pd) e delle senatrici Alessandra Maiorino (M5s) e Monica Cirinnà (Pd).