L’Assemblea nazionale dei soci e delle socie di Famiglie Arcobaleno, che si è tenuta a San Vincenzo (Li) dal 12 al 13 ottobre, ha eletto i nuovo presidente e vicepresidente dell’associazione nelle rispettive persone di Gianfranco Goretti (che già aveva assunto la presidenza ad interim dopo le dimissioni di Marilena Grassadonia) e di Laura Giuntini di Firenze.
Ad affincarli nel neo direttivo Renata Ciannella di Napoli, Giovanni Fantoni di Genova, Daniela D’Anna di Palermo, Irene Ciulli di Prato, Ryan Luca Spiga di Cagliari, Daniela Vassallo di Torino e Stefano Zucchini di Udine.
Al termine delle votazioni Goretti ha lanciato un appello al Governo e al Parlamento, perché torni «a occuparsi delle nostre famiglie senza ideologie e con senso di realtà. Dopo aver avuto un ministro dell’Interno che non solo non ha speso una parola in favore delle tematiche che ci stanno a cuore ma che, ogni volta che ne ha avuto occasione, ci ha umiliati con decreti populisti e di propaganda, oggi sentiamo l’urgenza di rivolgerci al nuovo esecutivo affinché si ricominci a parlare con serietà e responsabilità dei diritti e delle tutele che spettano ai nostri figli e alle nostre figlie.
Di questo e molto altro intendiamo parlare alle nuove ministre dell’Interno, Luciana Lamorgese e della Famiglia, Elena Bonetti, e a quello dell’Istruzione e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, ai quali chiederemo immediatamente un incontro, come primo atto operativo del nuovo direttivo eletto».
Nel suo appello il neo presidente ha anche dichiarato: «La ministra Bonetti si è già espressa, sia al momento del suo insediamento, sia in occasione della Giornata mondiale del Coming out, con segnali di apertura che intendiamo cogliere positivamente.
Le nostre famiglie sono una realtà oggettiva e chi ha l’onere di ricopre la carica di ministra delle famiglie non può non tenere conto di questa fetta di cittadini e cittadine italiane che oggi per la legge ancora non esistono. Siamo famiglie che, esattamente come tutte le altre, affrontano le difficoltà e le complessità che tutte le famiglie incontrano quotidianamente nel nostro paese ma che, in più, portano il peso del fatto di non vedersi riconosciuti ciò che di più prezioso abbiamo: i nostri affetti. È ora che il Governo colmi questo vuoto legislativo».