Domenica 13 ottobre. Sono le 3:00 del mattino e un giovane 20enne marchigiano, studente presso l’Università di Urbino, sta fumando una sigaretta con tre amiche all’esterno della discoteca Colosseo a Montecchio di Vallefoglia (PU).
A un tratto uno sconosciuto, in fila all’ingresso, gli si avvicina e lo afferra per il collo, gridandogli: «Brutto gay, non puoi stare in questo locale. Vattene via o ti ammazzo».
Mentre le amiche chiedono aiuto, il 20enne viene insultato da altri cinque giovani, conoscenti dell’aggressore, che inizia a minacciare la vittima con un coltello. Divincolatosi, il 20enne riesce ad arrivare alla sua auto. Ma viene nuovamente raggiunto da chi lo ha precedentemente afferrato per il collo, che inizia a picchiare con violenza sui finestrini del veicolo. Nel frattempo uno del branco minaccia con un coltello chi ha preso le difese dello studente.
I buttafuori lo hanno poi immobilizzato insieme con gli altri, mentre il 20enne, colto da un attacco di panico, è svenuto, una volta uscito dall’auto. Il giovane, che ha sporto denuncia ai carabinieri, è attualmente seguito dall’avvocato Christian Guidi.
Sulla vicenda è stato emesso un comunicato congiunto di condanna da parte di Arcigay Agorà Pesaro e Urbino, Agedo Marche, Arcigay Rimini Alan Turing, Agedo Rimini e Cesena – Per la Romagna, Gap Urbino, Comunitas Aps – Associazione Lgbti di promozione sociale Ancona, in cui si riprova «con angoscia e preoccupazione l’aggressione omofobica subita da un giovane ragazzo presso il locale Il Colosseo di Montecchio nella notte fra domenica 13 e lunedì 14, come appreso dalla stampa.
Il ragazzo racconta di essere stato verbalmente e poi fisicamente attaccato da un branco di persone che lo hanno preso di mira per il suo abbigliamento. La cronaca di questo episodio è agghiacciante e fatta di insulti, mani al collo, minacce di morte, un coltello. Il ragazzo sviene e viene soccorso dal 118 che lo fa rinvenire e lo porta in ospedale. Il branco non si ferma nemmeno di fronte a questo colpendo l’ambulanza.
È necessario che le autorità, alle quali diamo la nostra piena disponibilità, riescano a fare chiarezza sull’accaduto e che le responsabilità ed i colpevoli siano individuati. Si tratta di un ennesimo caso dell’ondata di violenza omofobica che sta investendo l’Italia. È urgente e inderogabile che le istituzioni politiche ed educative affrontino radicalmente il tema delle violenze omofobiche che feriscono le persone quanto la civiltà del nostro territorio. In attesa di una legge nazionale contro l’omobitransfobia, sempre annunciata ma mai approvata, esortiamo la Regione Marche ad approvare una legge, come fatto in altre Regioni tra cui l’Emilia-Romagna, che possa prevenire e contrastare questi episodi.
Chiediamo che le nostre istituzioni si schierino inequivocabilmente dalla parte del rispetto e della prevenzione di episodi come questo, chiediamo loro un maggiore impegno per una cultura della non violenza che rispetti le differenze e che tuteli la dignità di ogni persona con campagne di sensibilizzazione e interventi diretti come dibattiti, conferenze, laboratori, presìdi su luoghi di aggregazione per invitare le persone a vivere le differenze come una ricchezza. Intervenire sulla scuola è fondamentale per arginare una violenza ormai dilagante, il risentimento e i crimini d’odio.
Combattiamo ogni forma di bullismo e di discriminazione con chiunque voglia unirsi per una società più inclusiva e più libera. Sosteniamo il ragazzo nella sua battaglia legale e per qualsiasi altra necessità, ma diciamo chiaramente che molto si può e si deve fare per prevenire altri episodi analoghi».
Sull’accaduto è intervenuto anche il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che in un post su Facebook ha parlato di «brutta storia. Basta discriminazioni! Un abbraccio al giovane studente e vergogna a chi ha compiuto questo grave e squallido gesto».