Terzo giorno consecutivo di scontri, ieri, a Panama, dove non si placano le proteste per la legge di riforma costituzionale che impedirebbe, di fatto, qualsiasi tentativo di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
In prima linea gli studenti universitari della capitale che, mentre cercavano di forzare il cordone di polizia nell’area della sede all’Assemblea Nazionale, hanno lanciato razzi contro gli agenti. Successivamente sono scoppiati incidenti all’Università di Panama, dove gli studenti hanno eretto barricate e lanciato pietre contro la polizia.
Le forze dell’ordine hanno reagito con spray al peperoncino ed effettuato almeno 47 arresti. Tra le persone tratte in carcere ci sono il noto giornalista Franklyn Robinson e Richard Morales, candidato sfidante di Laurentino Cortizo Cohen alle presidenziali del 1° luglio scorso, nonché alcuni minorenni. Anche diversi studenti dell’Università cattolica di Santa María la Antigua (Usma) sono sotto custodia della polizia.
Dopo la notizia degli arresti il rettore dell’Università di Panama, Eduardo Flores, e quello dell’Usma, Juan Planells Fernandez, sono andati presso il centro di detenzione di Calidonia per sorvegliare la situazione dei detenuti. I sindacati hanno già organizzato nuove manifestazioni per i prossimi giorni.
L’ondata di protesta è montata martedì all’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento unicamerale del progetto di riforma della Costituzione del 1972. Inizialmente, questa riforma era stata oggetto di ampio consenso tra forze politiche e valutata positivamente in riferimento tanto al rafforzamento delle istituzioni quanto alla lotta alla corruzione.
Ma i deputati hanno fortemente modificato il testo originale, includendo anche un articolo che impedisce la futura legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso (attualmente non riconosciuto a Panama) e conferisce poteri molto più ampi al Parlamento. Tali emendamenti hanno suscitato rabbia, soprattutto, tra sindacati, associazioni umanitarie e movimento Lgbti al punto tale che lo stesso neo-presidente della Repubblica Laurentini Cortizo ha ieri dichiarato: «Non permetterò che un articolo o chicchessia semini zizzania tra i panamensi».
Nosotros tenemos un compromiso con el país. Yo soy el presidente de la República, y no voy a permitir que nada, ni nadie, ponga a los panameños a confrontarnos. #UnidosLoHacemos pic.twitter.com/Ar6QEuDcat
— Nito Cortizo (@NitoCortizo) October 31, 2019
Il 30 ottobre lo stesso capo di Stato era già intervenuto stigmatizzando commenti e dichiarazioni omotransfobiche di alcuni parlamentari. «Rispetto la separazione dei poteri – così in un tweet – ma il rispetto è bidirezionale. Chiedo ai deputati di misurare le loro parole. La tolleranza verso le le differenze e il rispetto della dignità umana nel mio governo non sono negoziabili. Panama appartiene a tutti».
Yo respeto la separación de poderes. Sin embargo, el respeto es de dos vías. Solicito a los diputados que midan sus palabras. La tolerancia a la diversidad y el respeto a la dignidad humana en mi gobierno NO son negociables. Panamá es de todos. NCC
— Nito Cortizo (@NitoCortizo) October 30, 2019
La contestata riforma costituzionale dovrà essere sottoposta a referendum nel 2020.