Il 27 ottobre si è tenuto a Roma l’evento in memoria di Delia Vaccarello. A intervenire, di fronte a oltre 200 persone, Franco Grillini (presidente di Gaynet e direttore di Gaynews), Roberto Arduini (L’Unità), Silvia Garambois (L’Unità), Alessandro Baracchini (RaiNews 24), Rosario Coco (Gaynet e coord. Outsport), Cristina Leo (portavoce del Colt), Marilena Grassadonia (attivista Lgbti), Paola Guazzo (La Falla). In diretta telefonica da Milano Ivan Scalfarotto, sottosegretario agli Affari esteri, che ha sottolineato il profondo legame di amicizia con Delia e il suo apporto all’avanzamento del cammino dei diritti.
Hanno moderato l’iniziativa Daniela Amenta (Radio Capital) e Francesco Lepore (caporedattore di Gaynews).
Ad aprire gli interventi Franco Grillini, che ha ricordato i numerosi corsi di formazione svolti da Delia Vaccarello con Gaynet e ha ribadito l’istituzione di un premio in sua memoria dedicato a giornalisti e giornaliste, che si distinguono nella lotta al pregiudizio nei media e nella comunicazione. «Il modo in cui Delia – ha dichiarato – riusciva a raccontare argomenti complessi anche a chi non li conosceva, era pressoché unico».
Emozionante il ricordo di Marilena Grassadonia, già presidente di Famiglie Arcobaleno, tra le protagoniste della stagione che portò all’approvazione della legge sulle unioni civili: «Porto qui le tre parti di me che mi legano a Delia: io donna lesbica, io donna lesbica palermitana, io donna lesbica madre. Porto qui con me tutto gli amici e le amiche palermitane che sono con noi col cuore.
Delia per me, giovane lesbica palermitana, era quasi una figura mitologica. Quella donna lesbica che aveva avuto la forza e il coraggio di partire dalla sua terra per raccontare il suo mondo con la forza della visibilità e dell’orgoglio. Ricordo di Delia la sua dolcezza, quando mi chiedeva come prima cosa: Prima di tutto, come stanno i picciriddi? e quando, durante l’intervista che mi fece il giorno dello stralcio della stepchild dal ddl Cirinnà, a cui molto arrabbiata avevo risposto in maniera aggressiva, mi disse: Cara capisco la tua rabbia, hai tutte le ragioni. Ma pensa a tutti quelli che non sono arrivati in tempo ad avere riconosciuti questi primi ma fondamentali diritti. Pensa a questo e capirai quanto sia importante questa legge. Ti chiamo domani e ne riparliamo.
Io e Famiglie Arcobaleno eravamo in piazza il giorno delle legge “nonostante tutto” anche grazie a lei. Grazie, Delia, manchi… I picciriddi stanno bene».
Sono diversi i temi rispetto ai quali Delia è stata antesignana. Da quello dell’omogenitorialità, in particolare con un’intervista a Giuseppina la Delfa nel 2003, a quello della realtà transgender.
A quest’ultimo proposito ricordiamo le parole di Cristina Leo, psicologa e attivista trans: «Delia è stata una delle prime, se non la prima, a raccontare le storie delle persone trans, senza morbosità, senza sensazionalismi, raccontando la vita quotidiana di molte e molti di noi. Conobbi Delia tanti anni fa quando sul finire degli anni ’90 mi affacciai al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
Ma ancor più quando mi chiese di raccontare la mia storia su L’Unità nella rubrica 1, 2, 3…liberi tutti e quando volle raccontarmi ed includere la mia storia nel suo e nostro Evviva la neve, libro nel quale ha raccontato la storia e le storie di molte persone trans. Delia ha saputo raccontarci con grande delicatezza, grazie alla sua capacità di ascolto attivo e di osservazione, sempre priva di giudizio e di pregiudizio».
La serata si è conclusa con numerosi interventi e attestati di stima e affetto da parte del mondo del giornalismo e dell’attivismo per i diritti. Tra le persone che hanno preso parte all’evento anche Giovanni Bachelet. Il tutto ha assunto un valore particolare anche alla luce della presenza dell’anziana madre, delle due sorelle e di altri familiari.