Niente patrocinio né gonfalone del Comune fiorentino al Toscana Pride 2017, che si terrà ad Arezzo il prossimo 27 maggio, ed esplode la polemica.
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A negare entrambi è stata la strana, quanto paradossale, “coalizione” Forza Italia, Fratelli d’Italia e il Pd fiorentino. Fatta eccezione infatti per i due consiglieri dem Guccione e Nannelli, che hanno votato per il sì e per un terzo astenuto, i tre partiti hanno rigettato la richiesta presentata da Sinistra italiana, Mdd, Movimento 5 stelle e Alternativa Libera. Una occasione a quanto pare persa per risanare una scelta simile, che il Comune di Firenze aveva adottato lo scorso anno.
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Tommaso Grassi, capogruppo di Sinistra italiana al Comune di Firenze, ha commentato con noi questo voto.
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Innanzitutto perché avete chiesto il patrocinio e il gonfalone del Comune di Firenze?
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Già lo scorso anno si era fatta la stessa richiesta, visto che il Pride si svolgeva in città. Ma in quella occasione, anche se con un certo imbarazzo, ci era stato detto di no perché il gonfalone era a Roma, dove si svolgeva un’udienza privata col Papa alla presenza di un consigliere. Diciamo che questa volta poteva essere una sorta di compensazione, un passaggio del testimone visto che il Pride si svolge ad Arezzo e gli altri Comuni manderanno il proprio gonfalone. L’obiettivo di partecipare a questa manifestazione è quello di essere presenti come città, ovvero come istituzione e testimoniare la propria vicinanza a chi ancora oggi è discriminato e non ha riconosciuti molti diritti.
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A votare no sono stati Forza Italia e Fratelli d’Italia assieme al Pd. Vi siete confrontati con questi ultimi consiglieri: come hanno giustificato il loro voto?
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Da una parte ci è stato detto che come istituzione non ci si poteva schierare in manifestazioni del genere, quando sappiamo bene che patrocinio e perfino chiavi della città sono andati a manifestazioni di ogni genere: eventi commerciali fino alla visita del principe Carlo d’Inghilterra. Per noi, quello che è avvenuto, è un preoccupante scollamento con la gente. A questa motivazione si è aggiunta un’altra considerazione, ovvero che bisogna essere già contenti dell’approvazione della legge sulle unioni civili e quindi non si può chiedere altro. Come se, per il solo fatto che esista quella legge, non ci sia più discriminazione.
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Politicamente come leggete questo no da parte del Pd?
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Questa è la città di Renzi, non dimentichiamolo. Nel bene e nel male ha fatto scuola su diverse questioni. Noi speriamo che non si diffonda la “nardillite”. Un dato preoccupante è che questo voto ha ricompattato tutte le correnti del partito: dai renziani a chi sostiene Emiliano. Se lo scorso anno ci poteva essere la giustificazione dell’udienza in Vaticano, questa volta il voto sembra essere una scelta di indirizzo del partito.
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Dopo questo voto il Pd potrà avere ancora credibilità nella colletività Lgbti?
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Questo non posso dirlo. Certamente è una scelta politica. Ognuno ne trarrà le proprie valutazioni, se c’è chi si accontenta della presenza del sindaco come privato cittadino e chi invece no. Una cosa va detta: è inutile la nomina di Paola Concia ad assessora se poi si fanno questo tipo di scelte.
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Quale sarà la vostra reazione?
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Così come abbiamo fatto l’altra volta, quest’anno ci presenteremo al Pride Toscana, ad Arezzo, con un gonfalone cittadino “home made”. Una scelta che lo scorso anno ha fatto clamore e anche molto discutere. Personalmente prima celebrerò a Firenze un’unione civile e ammetto che mi sarebbe piaciuto partire con il gonfalone della mia città.